“Dovremmo ribattezzare quello sullo Stretto di Messina il ‘ponte dei miracoli’: la struttura non c’è ma noi, magicamente, ancora paghiamo la società per 1,5 milioni di euro”. È quanto denuncia il deputato M5S Riccardo Nuti che, a riguardo, prima dello scioglimento delle Camere, ha presentato un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, chiedendo loro “cosa intendano fare per chiudere la società“.
“Nell’ultima relazione della Corte dei conti – spiega il deputato – emerge che, nonostante la società Stretto di Messina spa sia stata messa in liquidazione il 15 aprile 2013, la stessa risulta ancora oggi attiva nonostante il termine di un anno previsto per l’estinzione e costa alle casse italiane ancora un bel po’ di quattrini, a cominciare dallo stipendio del commissario liquidatore che, nell’ultimo anno rendicontato, avrebbe preso 135mila euro”.
”È folle pensare – spiega ancora Nuti – che abbiamo speso 312 milioni per studi e progetti di un’opera che non si farà mai e che continuiamo ancora a pagare una inutile società che avrebbe dovuto chiudere tre anni fa. E tutto questo mentre il nostro Paese è pieno di opere incompiute che, invece, tra strade, scuole e acquedotti, migliorerebbero le infrastrutture del nostro Paese: solo in Sicilia si contano 159 incompiute, per un valore di oltre mezzo miliardo di euro. In questa folle campagna elettorale fatta solo di promesse imbarazzanti e proclami roboanti – conclude Nuti – Renzi e Berlusconi la smettano di raccontare balle ricacciando a ogni piè sospinto la barzelletta di un ponte fantasioso e inutile“. (AdnKronos)