Politiche 2018: Renzi ridimensiona Minniti con l’aiuto di Gratteri

Se è vero che i candidati del PD nel “listino bloccato” sono don Ernesto Magorno (al Senato) e quella gatta morta di Stefania Covello (alla Camera), come si affannano a scrivere alcune testate giornalistiche, vuol dire che per Renzi la Calabria non esiste. Renzi, se così è, piazza in Calabria due lecchini che più lecchini non si può. Due personaggi insipidi che non hanno prodotto nulla per la Calabria. O meglio, Magorno ha prodotto molto per gli amici degli amici del clan Muto, per il quale in questi ultimi 5 anni si è speso molto, come dicono i carabinieri del ROS. E quella gatta morta della Covello, invece, ha solo pensato a sistemare amici e parenti.

Renzi, se ha fatto queste scelte, evidentemente preferisce prendere pochi voti in Calabria, quelli necessari per eleggere i due e rinfoltire la sua pattuglia di fedelissimi in Parlamento, dove, ad elezioni avvenute, si giocherà la partita interna con Minniti.

Un Minniti già di per se ridimensionato dalle critiche di Gratteri commissionate da Renzi. Critiche che sono suonate come un avvertimento per il pelato dei servizi segreti: nel collegio Calabria sud il posto nel listino bloccato va alla Marcianò, la pupilla di Gratteri, altrimenti le “critiche” potrebbero continuare, e non si sa dove potrebbero “parare”. Da qui l’esilio forzato di Minniti fuori dalla regione Calabria. E’ questo l’accordo tra Renzi e Gratteri, in questa fase elettorale. Poi se le cose vanno come previsto, arriverà la chiamata per Gratteri a far parte dell’eventuale squadra di governo. Magari proprio al posto di Minniti, visto che Gratteri ha sempre avuto parole di elogio al lavoro fin qui svolto dal ministro della Giustizia Orlando. A differenza del lavoro di Minniti.

Un Minniti forte ha spaventato Renzi, considerato un temibile avversario interno per la corsa alla poltrona di primo ministro, perciò non ha perso tempo a renderlo inoffensivo.

A prestarsi a questo squallido gioco di potere il procuratore Gratteri, dall’alto della sua garanzia a Renzi che non procederà nei confronti di Magorno, insabbiando definitivamente l’inchiesta in cui è coinvolto. Gratteri ha ascoltato, insieme al pm Luberto, la viva voce del deputato Magorno che si mette a disposizione del boss Muto. La rielezione di Magorno, servo sciocco di Renzi, è necessaria, quindi, per continuare a garantirgli l’immunità parlamentare, ed evitare che “qualcuno”, magari qualche onesto pm della DDA di Catanzaro, renda chiaro il nome del deputato, cancellando gli omissis.

Pur di fare il ministro Gratteri è disposto a mandare la ‘ndrangheta in Parlamento. Altrimenti non si spiega come mai, con una intercettazione in mano dove un deputato della Repubblica, in auto, con il braccio destro del boss Muto che parlano di affari e favori da fare con il clan, non ha inteso procedere. Questa non è una nostra considerazione, visto che esiste il verbale d’intercettazione dei carabinieri del ROS, che inchioda Magorno. E non siamo noi a dire questo, ma il Corriere della Calabria, a firma del direttore Paolo Pollichieni.

Stando ai sondaggi, quelli un po’ più approfonditi, il PD in Calabria non arriverebbe al 15%, e di conseguenza gli unici deputati eletti sarebbero loro: Magorno, Covello e la Marcianò. Tre elementi su cui Renzi può contare al 100%. Tre personaggi disposti a fare tutto quello che Renzi chiede. A lui della Calabria non frega niente, se non per portare qualche deputato in Parlamento a lui fedele. E’ questa la strategia. Arrivare ad avere un numero elevato di deputati e senatori che rispondono solo a lui e da qui, in un eventuale governo delle larghe intese, proporsi come premier senza dover “lottare” con le altre correnti interne.

Insomma appare chiaro che di tutto si parla, tranne che dei problemi della Calabria e di come risolverli. Quello di cui si discute sono le posizioni di privilegio e di potere di questi soggetti che dei calabresi non se ne fregano niente.

Restano da definire, per il Pd, le candidature nei collegi uninominali della Calabria. Fossi al posto di Guccione, Madame Fifì, Ferdinando Aiello e tutti gli altri, mi rifiuterei di fare il “portatore di voti” a questi tre soggetti che non hanno nessun merito, se non quello di essere accriccati ad un potere colluso e mafioso. E’ così che funzionano le elezioni in Calabria, per non parlare del centrodestra di cui vi riferimeno a breve. Mi raccomando votate Pd e mandiamo in Parlamento chi penserà solo ad aiutare mafiosi, parenti e gli amici degli amici.