Cose da pazzi! Direbbe Cetto di fronte ad una evidente frase che “stupisce”. Una espressione che starebbe bene in riferimento all’affermazione del senatore del Pd Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione antimafia, che dall’alto di chissà quale pulpito afferma: “A inizio agosto avevamo già stigmatizzato la scelta di Salvini di affidare la propria campagna elettorale in Calabria all’onorevole Furgiuele. Per questo oggi ci chiediamo quanto sia opportuna la ricandidatura dello stesso Domenico Furgiuele alla Camera”. Il Pd si chiede, e chiede a Salvini, com’è possibile candidare un personaggio ambiguo e dai contorni oscuri come Furgiuele. Secondo il Pd che in Calabria è da sempre impegnato nella lotta alla ‘ndrangheta (sempre a detta del senatore antimafia Mirabelli) la candidatura di Furgiuele, chiacchierato personaggio vicino alla ‘ndrangehta, è la prova provata che a Salvini e compari della lotta alla “mafia” non gliene frega niente, anzi ci vanno a braccetto. E lo dice chiaramente: “Scegliere, in Calabria, una persona (come Furgiuele) che potrebbe avere avuto contatti con le cosche, non ci sembra la scelta migliore per chi, a parole, fa della sicurezza e della lotta alla criminalità le sue priorità”.
Viene da dire: Il bue che dice cornuto all’asino. Forse il senatore Mirabelli fa finta di non sapere che in Calabria il Pd ha candidato, anzi ricandidato, personaggi come Madame Fifì al secolo Enza Bruno Bossio, moglie del noto Capu i Liuni al secolo Nicola Adamo. Il che ci meraviglia un po’ perché da capogruppo Pd in commissione antimafia, Mirabelli dovrebbe ben conoscere “le qualità” della candidata Enza Bruno Bossio. E se, per chissà quale strano motivo, non lo sa per davvero, chieda al senatore Morra, il suo presidente, di procurargli il rapporto della distrettuale antimafia di Catanzaro sulle note gesta dei coniugi. Così prima di dire cazzate, magari ci pensa due volte.