Polizia, sindacati contro governo

(DI A. MAN. – ilfattoquotidiano.it) – I principali sindacati di polizia hanno inviato un lungo elenco di rivendicazioni a Giorgia Meloni chiedendo di essere convocati prima che il governo predisponga il Def e la nuova legge di Bilancio.

Mancavano solo i poliziotti a complicare la vita di Giorgia Meloni e il difficile percorso che porta al Def e alla legge di Bilancio. Tutti i maggiori sindacati di polizia, per lo più vicini alle destre, hanno scritto una lettera aperta alla presidente del Consiglio chiedendo di essere convocati a Palazzo Chigi e ascoltati: “È ineludibile – scrivono – un confronto”, che peraltro è anche previsto da una legge (d. lgs 195 del 1995), ma l’ultimo ad applicarla è stato Giuseppe Conte.

Chiedono soldi, naturalmente. Ricordano che l’inflazione si è mangiata parte degli stipendi dei poliziotti, come gli altri del resto, anche perché il loro contratto – come tanti altri – è scaduto nel 2021 e le trattative aperte al momento sono solo quelle per l’Area dirigenti. Sottolineano che “gli stipendi italiani, ancor più quelli dei Poliziotti (maiuscolo nell’originale, ndr), sono più bassi di non meno il 12% della media europea”. Rimarcano, tanto per dire in che mondo viviamo, come “la sicurezza sia divenuta una precondizione imprescindibile per l’attrattività dei capitali e quindi per lo sviluppo dei nostri territori” e naturalmente, scrivono, “non può esserci Sicurezza (maiuscolo nell’originale, ndr) se chi è proposto ad attuarla e garantirla non è a sua volta assistito e tutelato”. Segue un lungo elenco di rivendicazioni compresa la previdenza integrativa, la riforma delle norme che differiscono il pagamento di parte degli straordinari, la detassazione delle indennità accessorie e molto altro.

Firmano Siulp, Sap, Siap, Fsp, Fed Coisp-Mosap e Silp Cgil in ordine decrescente di rappresentatività, ai quali nel complesso aderiscono oltre 90 mila poliziotti su meno di 100 mila appartenenti al corpo: è il tasso di sindacalizzazione più alto in Italia. La lettera non contiene minacce ma qua e là nei loro ambienti si dice: “Siamo pronti ad andare in piazza”. Tutto da vedere ovviamente. Finora in piazza per chiedere più fondi per la sicurezza, lo scorso luglio, ci è andato solo il Silp Cgil, che ovviamente non è di destra. Dice Giuseppe Tiani, leader del Siap, un altro che non ha una storia di destra: “Ci sono grandi aspettative su un governo di centrodestra che ha fatto della sicurezza una battaglia politica quando era all’opposizione. Se non ci saranno risposte reagiremo, siamo indipendenti dalle logiche politiche. La convocazione è necessaria perché siamo parte del Paese”.