Diciamocelo con estrema franchezza: noi cosentini (e per cosentini intendiamo i cittadini di tutta la provincia) all’indomani della tragedia di Genova temiamo fortemente che il cosiddetto “ponte di Celico” possa crollare come il ponte Morandi a Genova. È una preoccupazione condivisa da tanti, anche dal capo della Protezione Civile calabrese Carlo Tansi, che poche ore fa ha scritto testualmente su Fb “Stiamo capendo, il cemento armato ha vita breve come i ponti con cui sono stati costruiti. Non durano 2000 anni come quelli romani”. Bisogna allora insistere tutti insieme perché il nuovo governo intervenga. E a proposito di Carlo Tansi, ci sembra più che mai opportuno ricordare quanto segue.
“Il 27 luglio 2016 abbiamo chiesto ad Anas una relazione dettagliata sulla situazione, non solo del viadotto Cannavino (ponte di Celico) ma anche del viadotto Stupino, sulla A3, nei pressi di Rogliano, dove nel 2009 ci fu la frana che fece tre vittime. Ma non abbiamo avuto alcuna risposta”.
Erano queste le dichiarazioni fatte all’epoca dal responsabile della Protezione Civile calabrese, Carlo Tansi, all’Agi, in riferimento alle preoccupazioni della popolazione riguardo alle condizioni statiche del viadotto Cannavino, sulla strada statale 107 Silana-Crotonese, che presenta vistosi avvallamenti.
L’Anas aveva già escluso che potessero esserci pericoli, diramando una nota in cui si leggeva che la struttura “non è a rischio crollo ma presenta un’accentuata flessione in corrispondenza delle travi tampone”. L’ente aveva anche annunciato lo stanziamento di un milione e mezzo di euro e lavori di ripristino che in effetti sono stati conclusi, tra l’altro con grave ritardo e dopo aver sostituito l’impresa appaltatrice, soltanto nello scorso mese di luglio.
“Ci siamo mossi dopo le molte segnalazioni degli utenti – diceva Vincenzo Marzi, capo compartimento viabilità dell’Anas calabrese – ma posso assicurare che siamo intervenuti tempestivamente, svolgendo tutte le indagini necessarie per garantire la sicurezza e la staticità dell’opera. Avevamo già chiesto, negli anni passati – diceva ancora Marzi – una consulenza al prof. Monaco dell’Università’ di Bari ed è stato garantito, con una relazione, che non ci sono problemi strutturali e inoltre abbiamo dato un ulteriore incarico ad un docente della Sapienza che ha confermato le conclusioni del prof. Monaco e ci sta dando un contributo per lo sviluppo di una soluzione progettuale utile a migliorare il comfort di marcia”.