La recente condanna inflitta a Caronte&Tourist per abuso di posizione dominante in merito al traghettamento nello Stretto non fa altro che confermare quello che tutte e tutti sappiamo da anni.
Da attiviste e attivisti no ponte siamo convinte che la scelta tra il ponte e un regime privatistico e, nei fatti, monopolistico di traghettamento sia una finta scelta. L’arroganza di chi vuole costruire il ponte e quella di chi si arricchisce da decenni scaricando i costi sul territorio, brandendo sistematicamente l’arma del ricatto occupazionale ed elargendo elemosine sotto forma di concerti e fuochi d’artificio, sono due facce della stessa medaglia.
Non è un caso che il Gruppo Franza sia in prima linea nella cordata di aziende che pietiscono un posto all’ombra del ponte per continuare a fare affari sulle spalle della comunità messinese.
Ecco perché, per noi, essere contro il ponte non può prescindere da una ferma e rinnovata opposizione all’asservimento del traghettamento nello Stretto ai privati e alle macchine mangiasoldi che si profilano all’orizzonte, gestite dai soliti noti e per le quali pagheremo sempre e solo noi messinesi.
Abbiamo un’idea di attraversamento dello Stretto non monopolistico, popolare e aperto, che metta in comunicazione città da sempre in sinergia come Messina, Reggio Calabria e Villa S. Giovanni; città che hanno sempre visto questo braccio di mare come qualcosa che, nella distanza, unisce, e non un vuoto da riempire per creare profitto.









