Ponte sullo Stretto, i dubbi dell’Anac sull’assenza del progetto esecutivo

“I vincoli europei esistenti” sulla realizzazione del Ponte per lo Stretto di Messina prevedono “che non ci si discosti in termini di costi a più del 50% del valore messo ordinariamente in gara”.

Lo ha detto il presidente dell’Anac Giuseppe Busia in audizione alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera in merito al decreto Infrastrutture nella seconda e intensa giornata di audizioni che hanno visto anche gli interventi della Dia-Direzione investigativa antimafia e delle organizzazioni nazionali dell’auto-trasporto e la Commissione tecnica Via-Vas del ministero dell’Ambiente.

“Il problema è interpretativo: da un lato il valore messo a base di gara del Ponte era quasi la metà di quello preso a riferimento oggi, e si chiede al legislatore di intervenire individuando come valore quello successivo individuato anni dopo. Se il Parlamento ratificherà il decreto, ci sarà una copertura di tipo normativo per la responsabilità, ma residua il fatto che il legislatore nazionale non può derogare alla disposizione che peraltro il decreto correttamente richiama come vincolo”, ha fatto notare Busia.

Un altro problema “è quello dell’assenza del progetto esecutivo”, per questo “sarebbe auspicabile si arrivasse nel frattempo al progetto esecutivo complessivo per dare al governo e al parlamento una visione chiara di quali sono almeno i costi iniziali. Sappiamo che dopo l’approvazione del progetto esecutivo ci possono essere delle varianti e la storia insegna che spesso aumentano i costi ma non essendo stata fatta la gara e quindi, essendo al limite della soglia di tolleranza, anche nell’interpretazione più benevola questo sarebbe molto importante”.

“Un’opera di queste dimensioni, anche finanziarie, richiede un innalzamento delle verifiche. Il governo aveva intenzione di intervenire con un altro decreto a seguito di alcune osservazioni, rafforzando le verifiche antimafia. Questo decreto può essere l’occasione per prevedere da un lato l’uso di progettazione di tutti gli elementi di digitalizzazione dei cantieri, così da verificare tutte le imprese, anche quelle in subappalto dove si verificano più volte le infiltrazioni antimafia, e anche cosi’ garantire la sicurezza dei lavoratori, un aumento credo condiviso da tutti, inserito nel decreto, potrebbe essere un’occasione, abbassando le soglie estendendole anche alle imprese che hanno affidamenti sotto i 150 mila euro”, ha concluso.

L’audizione di Busia commentata dai deputati M5s delle commissioni Infrastrutture e Trasporti Ilaria Fontana, Patty L’Abbate, Daniela Morfino, Agostino Santillo, Antonino Iaria, Roberto Traversi e Giorgio Fede: “Serve subito un progetto esecutivo del ponte sullo Stretto di Messina. Pensare di avviare la costruzione del ponte più lungo del mondo senza di esso è una stortura abnorme: lo denunciamo da mesi e oggi lo conferma anche il presidente di Anac Busia. Altresì, secondo Anac è necessario interloquire con l’Ue in modo formale sulla direttiva costi, perché ad oggi il dossier va a sbattere con le normative comunitarie: anche questo lo rimarchiamo da due anni. In più, il dl Infrastrutture doveva essere il terreno fertile per fortificare gli anticorpi relativi a possibili infiltrazioni mafiose, quando è noto a tutti che Salvini finora si è mosso in direzione contraria. Morale della favola, Anac rileva che manca un ingrediente fondamentale su un ‘opera di tali proporzioni: la trasparenza.