Ponte sullo Stretto made in Salvini. Il professore negazionista nominato grazie al via libera di Occhiuto e Schifani

Roma – Il governo Meloni chiama un docente negazionista del cambiamento climatico per guidare l’ente che deve supportare e fare da consulente per la realizzazione del progetto e la costruzione del Ponte sullo Stretto. Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha affidato l’incarico al professore Alberto Prestininzi, ordinario di Ingegneria della Terra all’Università di Roma La Sapienza. Nomina che ora è diventata effettiva grazie al via libera del governatore della Sicilia, Renato Schifani, e del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Professore noto per le sue posizioni che confutano un collegamento tra inquinamento, emissioni di Co2 e i cambiamenti climatici in atto.

Il professore, già coinvolto nei lavori per la costruzione del Ponte tra la Calabria e la Sicilia dal 2001 al 2012, è diventato noto come sostenitore della tesi che l’emergenza climatica non esista: tra i primi firmatari della petizione “There is no climate emergency” che sosteneva che l’emergenza climatica non esista. Tesi sostenuta anche in diversi dibattiti televisivi e nei talk show, arrivando a dire che il problema “non esiste”. Critiche arrivano dai comitati locali contro la costruzione del Ponte. “Il territorio dello Stretto non può subire l’ennesimo insulto di una nomina insensata, da respingere con la massima fermezza: la sostenibilità di un’opera pubblica così impattante non può essere garantita da chi nega che l’ambiente sia impoverito e alterato dall’azione umana. Ci domandiamo se gli illustri scienziati chiamati a comporre la Commissione riterranno di poter accettare questo coordinamento”, sottolineano gli attivisti del coordinamento “Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto”.

Il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli, annuncia la presentazione di un’interrogazione in Parlamento: “Questa nomina del comitato scientifico solleva dubbi e preoccupazione – prosegue – per le modalità con cui si vorrebbe realizzare un’opera per noi inutile che costerà oltre 15 miliardi di euro agli italiani un vero pozzo senza fondo. L’approccio scientifico deve essere basato su dati, evidenze e consensi internazionali, non su opinioni personali che negano la realtà dei cambiamenti climatici come ha fatto più volte il professore”. Bonelli si chiede “quali siano stati i criteri seguiti nella nomina del professore Prestininzi e per chiedere spiegazioni riguardo alla scelta di un coordinatore con posizioni scientifiche discutibili”. Fonte: Repubblica