“Indecenti. Dicono che i salari non si fanno per legge. Eppure fanno leggi per togliere il tetto massimo ai salari sopra i 240mila euro mentre affossano il tetto minimo che chiediamo per non scendere sotto i 9 euro all’ora”, sbotta la segretaria del Pd, Elly Schlein dopo la cancellazione del tetto alle retribuzioni nella società per il ponte sullo stretto di Messina, con una deroga alle norme del 2016 che fissano un limite di 240mila euro agli compensi annuali per i dipendenti pubblici (https://www.iacchite.blog/ponte-sullo-stretto-assunzioni-stipendi-e-spese-senza-limiti/). A sorpresa, la deroga è stata prevista dall’articolo 15 della bozza del decreto «Asset e investimenti», il provvedimento omnibus atteso lunedì in consiglio dei ministri che vede tra le misure più licenze per taxi e la stretta sul caro voli.
Il decreto volto a rimuovere il tetto dei 240 mila euro per la Stretto di Messina riguarda unicamente il personale dipendente della società presieduta dal 6 giugno scorso da Giuseppe Recchi (ex presidente di Eni e Telecom) con Pietro Ciucci, storica guida della società, come amministratore delegato. riferiscono fonti vicine alla società Stretto di Messina. Tale provvedimento, peraltro già in vigore da tempo per altre iniziative del settore infrastrutturale, si rende necessario, spiegano le stesse fonti, per la Stretto di Messina affinché possa dotarsi di personale con professionalità ingegneristiche, legali ed economiche adeguate a gestire la sfida di uno dei più grandi progetti infrastrutturali mai realizzati.
L’ad Pietro Ciucci: «Riguarda l’assunzione di ingegneri ed esperti»
Stretto di Messina, come previsto dalla legge, si doterà di personale distaccato assumerà 100 risorse da Anas e Rfi, aziende per le quali il tetto non è previsto.. La deroga al tetto degli stipendi dice l’ad Pietro Ciucci della Società Stretto di Messina «riguarda l’assunzione di dipendenti, ovvero ingegneri ed esperti con le massime competenze, da parte della Società e non è rivolta al Presidente e all’Ad e in generale al Consiglio di amministrazione».
La novità ha fatto infuriare le opposizioni. «La deroga al tetto dei 240mila euro allo stipendio per la società che dovrà realizzare il Ponte sullo Stretto, contenuta nel decreto Asset, conferma che per Salvini la priorità non sono le infrastrutture o lo sviluppo della Sicilia, ma distribuire regalie ai suoi amici. È sempre la solita barzelletta italiana: opere su cui servirebbe una seria riflessione, nelle mani di questa destra si trasformano in una mangiatoia per Patrioti a spese gli italiani», tuona subito Riccardo Magi segretario di +Europa.
«E’ un insulto agli italiani e di questo il governo e Giorgia Meloni in persona se ne devono vergognare», afferma Angelo Bonelli co-portavoce di Europa verde e deputato di Avs. «Giorgia Meloni ci risponda: ma non vi vergognate di sperperare questo denaro pubblico per garantire privilegi e voler realizzare un’opera che sottrarrà risorse importanti per lo sviluppo del Sud a partire dal trasporto pubblico, dai depuratori, le scuole, la sanità e la messa in sicurezza del territorio?».
«La volontà di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi per i vertici della società «Stretto di Messina Spa» è scandalosa, sostiene il Movimento 5 Stelle. Lo scenario è il seguente: reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. Oltretutto questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo «l’affare» ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi».
Maria Elena Boschi di Iv, reagisce via Twitter: «Col governo Renzi abbiamo messo un tetto allo stipendio dei manager: 240 mila euro. Con Meloni e Salvini invece salta il tetto, a cominciare dai manager della società del Ponte. Con i problemi che ha il trasporto pubblico la priorità è aumentare questi stipendi? Noi voteremo contro».