Porto di Cetraro, le motivazioni del sequestro dell’area destinata a cantieristica navale. Indagato Armando Berlini, il silenzio del Comune

La procura della Repubblica di Paola il 26 novembre scorso ha inviato richiesta all’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari mirata all’emissione di un decreto di sequestro preventivo dell’area destinata a cantieristica navale presente all’interno del porto di Cetraro. Il Gip ha dato parere favorevole e di conseguenza ha emesso il decreto di sequestro con motivazioni imbarazzanti.

Risulta indagato Armando Berlini, nato a Rimini, classe 1950, in qualità di responsabile tecnico e presidente del Cda della società Coop 134, titolare dell’autorizzazione rilasciata dal Comune di Cetraro in data 5 dicembre 2023 per l’esercizio della gestione pubblica comunale della darsena turistica del porto di Cetraro. Nonché della movimentazione di natanti e imbarcazioni da pesca e da diporto.

Berlini avviava un’attività di gestione di rifiuti non autorizzata attraverso lo smaltimento illecito in mare di parte dei reflui provenienti dalle attività connesse ai lavori di manutenzione delle unità navali stazionanti all’interno dell’area. E consentiva lo svolgimento delle attività di manutenzione delle carene, scafi e sovrastrutture di unità navali in assenza delle autorizzazioni alle emissioni dei fumi in atmosfera generati durante le operazioni di rimessaggio/sabbiatura/verniciatura.

In data 16 aprile 2024 gli operanti della Guardia Costiera, a seguito di una segnalazione di un presunto inquinamento per lavaggio dello scafo di un’imbarcazione nell’area cantiere comunale adibita a rimessaggio imbarcazioni, effettuavano un sopralluogo e ivi riscontravano Roberto Di Profio intento ad effettuare operazioni di lavaggio della carena del motopeschereccio “Arturo Padre”, di cui risultava essere proprietario e armatore, attività che aveva comportato versamento dei reflui sul manto stradale fino a raggiungere il ciglio della banchina antistante, per poi riversarsi in mare. Chiedendo spiegazioni di tale attività, Di Profio esibiva ricevuta di pagamento per alaggio imbarcazioni e utilizzo dell’idropulitrice a favore del Comune di Cetraro e della Coop 134. Spettava pertanto a tali soggetti occuparsi del corretto smaltimento con apposita raccolta delle acque al fine di evitare il defluire delle stesse in mare. Successivamente è stato accertato che i reflui provenienti da queste attività andavano a finire in mare e di conseguenza si è proceduto al sequestro. Dal Comune di Cetraro, almeno per il momento, silenzio assoluto.