Apprendiamo, leggendo i vari comunicati stampa che provengono da Diamante, che il Prefetto – dopo la riunione avuta con i consiglieri di opposizione del PD e di Diamante Migliore – ha convocato una riunione fra tutte le parti in causa sulla questione porto invitando l’amministrazione comunale di Diamante, la ditta, la Regione e i parlamentari eletti nel territorio.
Nel comunicato stampa, diffuso dal Pd-familiare di Diamante a nome della segretaria Ornella Perrone si legge che “… Il rappresentante del Governo era stato interpellato nei giorni scorsi dai consiglieri di minoranza, dopo reiterate richieste di incontro rivolte al sindaco Gaetano Sollazzo ma sempre cadute nel vuoto. In più occasioni, infatti, gli amministratori di Diamante hanno espresso al sindaco l’urgenza e la necessità di un chiarimento pubblico e definitivo sul caso porto, opera ancora non realizzata e fondamentale per il futuro di Diamante e dell’intero litorale ed al centro di carteggi e iniziative poco chiare della maggioranza comunale…”.
Ma le cose, dicono a Diamante, non stanno affatto così. C’è stato un consiglio comunale aperto, peraltro richiesto dalle opposizioni, del quale abbiamo già scritto, al quale le stesse opposizioni non hanno voluto partecipare. Il sindaco nell’occasione ha riferito alla popolazione presente che l’iter del porto si è concluso e che il 26 agosto, alla scadenza del contratto, l’inadempiente concessionario dovrà riconsegnare l’area al Comune.
Le cose stanno così. Non c’è niente da dire, di conseguenza, né tantomeno c’è la necessità di riunirsi in quanto i giochi sono fatti e sia l’amministrazione comunale che la popolazione di Diamante, il Movimento Popolare e tutti coloro che conoscono da vicino la questione porto, ben sanno che non c’è alcuna necessità di riunirsi.
Si pensa, dicono i cittadini di Diamante, che né il sindaco né altri parteciperanno a questa riunione e se il sindaco lo farà, andrà solo per dire queste cose che sia alla Regione che al Comune stesso ben conoscono. “Diamante Migliore” e il Pd sorretto dal famoso senatore don Magorno vogliono offrire un’ancora di salvezza alla ditta che ha pronto un piano per cercare di ottenere una proroga di due anni.
Nella relazione fatta dalla Commissione consiliare, votata all’unanimità sia da Diamante Migliore che dal Pd allora in maggioranza e dalla moglie del senatore Magorno, allora vicesindaco, sono elencate tutte le questioni inerenti al fallimento del concessionario, che quindi cerca due anni ancora di proroga per cercare di vendere a qualcuno il pacco.
Don Magorno, che è stato membro della commissione antimafia, avrebbe dovuto interessarsi dei movimenti di questa ditta che prima ha trasferito la società a Malta e che poi era entrata nel mirino della ‘ndrangheta che voleva acquistare il 50% della ditta stessa.
Il procuratore di Paola Pierpaolo Bruni sa tutto a tale proposito in quanto fu proprio lui, quando era sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, ad avere le confessioni del pentito della cosca crotonese che ricordava anche le peripezie del concessionario del porto di Diamante. Magorno, che ha deposto un plico sulla questione porto alla procura di Paola, non scritto da lui ma dalla Commissione consiliare, dovrebbe sapere tutto ed invece finge di non sapere niente e spinge ancora per favorire il concessionario farmacista Santoro e tutta la massoneria che gli sta dietro.
Così come finge di non sapere dei rapporti tra il clan Muto (che pure gli dovrebbe essere “familiare” come tutti sanno) e le vicissitudini del porto di Diamante. Di questo si sarebbe dovuto parlare con il prefetto e di questo il prefetto dovrebbe interessarsi non dell’autonomia di un sindaco e della sua amministrazione peraltro suffragata abbondantemente dalle lettere scritte dalla Regione Calabria all’inadempiente concessionario. Ecco allora che ci troviamo davanti alle solite manovre di questo mentecatto di Magorno per depistare dalle vere questioni riguardanti il porto di Diamante.