Oggi che Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio sono tornati al comando della città di Cosenza così come accadeva all’epoca di Salvatore Perugini e all’indomani della presentazione di una Giunta che tutto è tranne che “nuova”, non possiamo esimerci da alcune considerazioni elementari più che basilari.
Il significato di “discontinuità” si trova anche nei vocabolari più “scarcagnati” ed è il seguente: mancanza di continuità. Ora, per non saper né leggere e né scrivere e quindi rimanendo terra terra, ma come si fa a considerare “discontinua” una Giunta che presenta al suo interno 4 (quattro!) assessori che sostenevano la Giunta Occhiuto? Tutti sanno chi sono: De Cicco (assessore in carica fino al giorno prima del voto!), Sconosciuto (delfino di De Cicco), Battaglia (eletto nel 2016 nella lista “Occhiuto bis”, sic!) e Maria Teresa De Marco (eletta nel 2016 nella lista “Cosenza Positiva”. risic!!). E quanto agli altri quattro, abbiamo la figlia di un grigio ed “inutile idiota” ex assessore regionale della Democrazia cristiana, il “cameriere” (con tutto il rispetto per chi svolge questa professione per bisogno) di Nicola Adamo, tale Covelli, che per 10 anni ha fatto finta di fare opposizione insieme al marito di una assessora di Occhiuto, una giovane grillina che rappresenta la deriva del M5s ridotto ormai all’ombra di quello che era alla sua nascita e – soprattutto – la rampolla di uno dei politici più impresentabili non solo della Calabria ma di tutta Italia, ovvero Luigi Incarnato. Del quale tracciamo, di seguito, un molto sommario “ritratto”…
Gigino Tic Tac Incarnato è socialista nel DNA e in cuor suo, lo sappiamo, si sentiva un po’ Nenni e un po’ Mancini, prima che una serie di inchieste giudiziarie lo smascherassero per quello che è: un imbroglione impresentabile. Un po’ peggio di quelli che il suo ex “capo” Bettino Craxi definiva “mariuoli” per coprire tutte le sue infinite malefatte che hanno ridotto il socialismo ad una barzelletta.
Nella prima fase della sua carriera politica, Incarnato rappresentava il riscatto delle classi più deboli. Molti suoi alleati lo guardavano dall’alto in basso, disprezzando il suo nobile passato (ed è veramente nobile) da meccanico-gommista e lo consideravano inferiore. Ma ben presto Incarnato si è adeguato al “sistema”, eccome se si è adeguato. Negli ultimi due-tre anni ha battuto tutti i record. Non solo è finito nel megablitz Rinascita Scott di Gratteri ma anche la Dda di Reggio Calabria ne ha chiesto l’arresto (http://www.iacchite.blog/reggio-comitato-daffari-la-dda-chiede-larresto-di-luigi-incarnato/) e la stessa procura di Catanzaro con l’affaire mozione di sfiducia ad Occhiuto lo ha nuovamente indagato (http://www.iacchite.blog/cosenza-corrotta-cosi-parlo-la-cupola-incarnato-commissario-sorical-e-la-promessa-a-luca-morrone/). Insomma, al momento, Incarnato sarà costretto a difendersi in tre processi per le sue mirabolanti avventure politiche. Eppure, non solo non molla ma adesso ha appena piazzato la figlia Giuseppina tra gli assessori del suo grande amico socialista e incappucciato Franz Caruso.
Il nomignolo Tic Tac glielo aveva affibbiato compà Pinuzzu all’epoca in cui Incarnato era nella Uil, il sindacato di famiglia. Ma Luigi si è emancipato dalla stretta e dalla morsa dei Cinghiali e all’alba del nuovo millennio è diventato un politico di grido grazie soprattutto a Nicola Adamo e ad Agazio Loiero e, purtroppo, ha assunto gli inevitabili vizi del mestiere. Soprattutto quando si è trattato di gestire la Sorical. Anche se ha lasciato molte cose positive in tema di alloggi popolari e di finanziamenti per le classi meno abbienti.
Per capire la pappatoia di Sorical basterebbe citare il caso di Michele Rendina, un caciarone laziale che viene chiamato a fare il dirigente della società sin dal 2005.
Sono gli anni in cui Loiero e Nicola Adamo (travestito da Gigino Incarnato) la fanno da padrone. Ne piazzano almeno dieci tra i fedelissimi.
Non può mancare un Veltri ed ecco Arturo, figlio di Paolo e nipote di Massimo e Filippo, nominato consulente. E oggi indagato con lui nella stessa inchiesta di Catanzaro.
Posti da settemila euro mensili con rimborsi a piè di lista vengono gestiti da Veolia.
E oggi si scoprono i buchi neri di una società nella quale, dopo gli ex comunisti e gli ex democristiani, anche gli ex fascisti, con Scopelliti, hanno fatto la stessa razzia.
Dall’insediamento del “nuovo” commissario liquidatore individuato dalla parte “pubblica” ossia da Palla Palla in Luigi Incarnato, il bilancio della Sorical è diventato ancora più grigio notte. Con l’aggravante che la nomina è stata decisamente “spinta” dallo squallido affare della mozione di sfiducia ad Occhiuto.
Sebbene si parlasse di una ristrutturazione aziendale, di fatto ad oggi, siamo ancora alle manovre clientelari effettuate a luglio 2016 attingendo a piene mani dalla lista dei candidati del PSI alle elezioni comunali di Cosenza.
Siamo, dunque, a quattro assunzioni clientelari tutte figlie della lista del PSI, che, com’è noto, è il regno incontrastato del commissario Luigi Incarnato, per gli amici Gigino.
Di conseguenza, al di là di queste “cambiali elettorali”, nessuna operazione seria è stata portata avanti, nemmeno la vicenda del responsabile delle risorse umane Maria Pia Chiarella, che con il suo diploma di ballerina continua a svolgere le sue mansioni, eppure tanto scalpore fece il ragioniere Rendina (di cui sopra), sia per il suo stipendio che per la mancanza di titolo di studio (predecessore della Chiarella).
Ulteriore assunzione: Adriano Mollo, giornalista ex Quotidiano, oggi portavoce della Sorical, elevatosi in pochi anni a grande conoscitore degli schemi idrici, del personale e chi più ne ha più ne metta alla modica cifra di 60mila euro all’anno. Una società, dunque, che già in difficoltà di suo è stata di fatto messa ancora di più in ginocchio.
Del resto, ormai lo sappiamo da più di un decennio: fanno finta di litigare ma giocano tutti con la stessa squadra. Quella del magna magna.