Praia, dall’ecomostro di Fiuzzi alla Marlane e all’ospedale: tutti gli intrallazzi di Praticò e compari (di Francesco Cirillo)

Il sistema è sistema, e tutti i sindaci nel bene e nel male ci sono coinvolti, anche se si credono assolti !

di Francesco Cirillo

Noi che siamo garantisti veri e contro le carceri, noi che abbiamo lottato per abbattere quelle mura, noi che difendiamo i “terroristi rossi” scappati in Francia, noi, quelli dalla parte del torto, possiamo dire che difendiamo anche questi “poveri” sindaci del Tirreno Cosentino finiti nelle maglie della giustizia. E possiamo difenderli dalla galera proprio perché li abbiamo sempre combattuti, e perché conosciamo il loro modo di fare, nel creare appalti truccati, subappalti truccati, opere pubbliche inutili, personalismi e clientelismi che hanno portato barche di voti per decenni.

Riteniamo che siano i cittadini a bocciarli prima della magistratura. Loro avevano santi in paradiso e sulla terra, loro avevano protettori nelle vesti di magistrati corrotti che brindavano con loro, il danaro che arrivava a frotte nelle loro tasche e in quelle dei loro amici. Amici che non avevano solo nei loro comuni, ma amici che avevano ovunque, dalle caserme dei carabinieri, a quelle dei vigili urbani e soprattutto negli uffici comunali specie quelli dell’urbanistica e degli appalti pubblici sia comunali che provinciali e regionali.

La carriera di Praticò, eterno sindaco di Praia, è iniziata così. Prima nella Democrazia Cristiana di Misasi, poi nella Margherita, poi nel Pd, diventandone consigliere provinciale e delegato di zona. Praticò ha fatto il cattivo ed il bel tempo su Praia a Mare, dittatore assoluto su tutta la vita dei cittadini elargendo piani spiaggia, terreni demaniali, mettendo le mani sull’isola di Dino, trasformando terreni da demaniali a residenziali, facendo costruire quel mostro di albergone davanti l’Isola di Dino in piena area Sic e finendo anche condannato.

Finì nel dossier della Legambiente sugli ecomostri, ma ne uscì indenne, ottenendo finanche per quell’area la Bandiera Blu ! Così è scritto nel dossier: L’ecomostro di Fiuzzi a Praia a Mare – il capostipite (CS).

Avanti tutta: a rimettere in moto i cantieri dell’ecomostro di Fiuzzi ci ha pensato alla fine del 2007 la sentenza del giudice di Scalea. Condanne irrisorie per Antonio Praticò, ex sindaco di Praia, e Giovanni Argirò,capo ufficio tecnico (sei mesi di interdizione dai pubblici uffici, pagamento delle spese processuali, sei mesi di reclusione e 200 euro di ammenda per turbativa d’asta) e assoluzione per Emilio Polillo, responsabile unico della Mediterranea Spa. 52mila metri cubi di edifici su un’area SIC delle coste cosentine, a Fiuzzi, giusto di fronte all’isola di Dino. Una colata di cemento che ha sventrato uno dei tratti costieri più belli della Calabria. Si tratta di un hotel a cinque stelle con 700 posti letto, piscina, sala conferenze e tutti i comfort…per un valore stimato di 25 milioni di euro. Il primo stop ai lavori era arrivato con un provvedimento di sequestro disposto nel maggio del 2006 dal sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Domenico Fiordalisi, a seguito di indagini per appurare la regolarità degli atti che avevano consentito l’avvio dei lavori del complesso turistico in riva al mare. Legambiente, rappresentata dall’avvocato Rodolfo Ambrosio, si era costituita parte civile. Lo stesso avevano fatto anche i Verdi Ambiente e Società (Vas), il Wwf e la Regione Calabria, decisi a contrastare questa iniziativa edilizia. Tra sequestri e parziali dissequestri, il processo è andato avanti fino alla sentenza di Scalea. Una sentenza che di fatto ha avallato le accuse agli amministratori pubblici di aver favorito l’impresa nell’aggiudicazione della gara con mezzi impropri, ma che ha espresso condanne lievi agli imputati e non ha previsto alcun risarcimento alle Parti Civili”.

Ma non era solo quello l’ecomostro, ve ne sono altri sparsi nel territorio praiese, alcuni fermi altri che vanno avanti. Praticò poteva tutto, e se la cavò anche col processo Marlane, la famosa fabbrica dei veleni dove morirono per tumore oltre 120 operai e operaie. Finì nell’inchiesta l’ex sindaco Lomonaco, ma non lui che si era ben tenuto lontano dal volere dirigenze nella fabbrica, mantenendo il ruolo di sindacalista della Cisl, che gli fruttava voti a profusione ad ogni campagna elettorale. Chiamato a deporre nel processo negò di aver mai visto veleni nella fabbrica. Per lui era tutto a posto e se gli operai morivano era per altri motivi e non per i prodotti che si usavano.

Su quei terreni poi fece una transazione con Marzotto al quale concedeva l’intero fabbricato della ex fabbrica in cambio di alcuni terreni vicini al mare, peraltro pieni di rifiuti tossici, non si è mai capito per quale utilizzo pubblico. E’ di pochi giorni fa il comunicato stampa che annunciava la creazione in quell’area di un grosso investimento per costruire alberghi, piscine, centri commerciali, e chi più ne ha più ne metta.

Clamorose anche le sue esternazioni sull’imminente apertura dell’ ospedale di Praia Mare a fianco della Bruno Bossio e di altri esponenti del Pd regionale. La sua è una lunga carriera politica stroncata adesso dall’inchiesta sugli appalti, che certamente lo porterà al termine del suo lungo sindacato. Le mani in pasta sugli appalti Praticò le aveva anche con altri comuni vicini e per questo aspettiamo sviluppi confidando nell’azione della magistratura paolana finalmente libera.