Nel lontano 1986 la legge 41/86 (art. 32) prevedeva che entro un anno avrebbero dovuto essere adottati dai Comuni e dalle Province i P.E.B.A., i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (strumento che ha la finalità di conoscenza delle situazioni di impedimento, rischio ed ostacolo per la fruizione di edifici e spazi pubblici). Anche la successiva legge 104/92 (art. 24 comma 9) era entrata nel merito, ma dopo quasi 30 anni, ad oggi, pochissimi sono i Comuni in Italia ad averla attuata. Lo scorso anno Cosenza promosse un incontro mirato proprio a presentare i suoi P.E.B.A. (che suscitò grande vanto e clamore, nonostante la città sia stata omissiva per quasi 30 anni).
Allora Mario Oliverio dichiarò: “una comunità si misura sulla capacità di rendere accessibile a tutti i luoghi e gli spazi comuni, dando ad ognuno pari opportunità e condizioni. Perché ciò diventi normalità, dunque, bisogna abbattere i limiti e le barriere culturali. Dopodiché bisogna creare un programma di interventi, su cui orientare risorse adeguate, che stabilisca le priorità di abbattimento delle barriere architettoniche”. Bellissime e giustissime parole, appoggiate dall’attuale sindaco e presidente della Provincia Mario Occhiuto. Tuttavia, dopo più di un anno, rimasero solo parole, i P.E.B.A. a nostro parere risultano alquanto fallimentari.
Certo secondo il primo cittadino sono stati fatti molti passi avanti: sono state abbattute barriere (l’eliminazione di altre sono ancora in studio secondo le linee programmatiche del sindaco, consiliatura 2011-2016); è stata costruita l’altalena del sorriso (un’altalena per bambini con disabilità motoria); alcuni bus sono stati attrezzati di scivolo per portatori di disabilità (dopo l’eclatante caso del bambino che non era potuto andare in gita scolastica); per ultima l’installazione nel centro cittadino, di un percorso vocale tattile: apposite capsule inserite sotto le mattonelle con le quali sarà possibile tramite un bastone elettronico, ascoltare una voce registrata che indicherà i punti di interesse nei pressi della zona in cui ci troviamo. Uno strumento indispensabile per le 3.200 persone non vedenti presenti nella provincia di Cosenza.
Le Associazioni nazionali hanno affermato a tal proposito che “Cosenza è divenuta la città italiana meglio attrezzata per ottemperare alla normativa vigente e per tutelare i diritti di chi non vede”. Per alcuni non vedenti e portatori di disabilità, però, non è proprio così. Dopo la falsa speranza dell’attuazione dei P.E.B.A. (una vera attuazione con particolare riferimento all’individuazione e alla realizzazione di percorsi accessibili, all’installazione di semafori acustici per non vedenti, alla rimozione della segnaletica installata in modo da ostacolare la circolazione delle persone disabili, alla realizzazione di scivoli sui marciapiedi), l’attuale percorso tattile mostra alcuni impedimenti.
Si tratta, infatti, di un “percorso tattile ad ostacoli”, considerato il fatto che in alcune parti del tracciato (piazza Bilotti, via Mario Mari, via Miceli, via Simonetta, via Pasquale Russo, angolo di via Rodota, ecc.) ci s’imbatte in tombini. Per non parlare della segnaletica acustica dei semafori che è inesistente. Ovviamente molti cittadini non vedenti hanno segnalato la cosa, ma nessun intervento ancora è stato attuato. Ci domandiamo, perciò, come Associazioni nazionali possano assegnare un tale primato ad una città che non sembra del tutto attenta in tema disabilità. Ricordiamo che un percorso tattile deve consentire alle persone con deficit visivi piena autonomia per gli spostamenti in luoghi pubblici senza l’ausilio di assistenza. Lo scopo è di trasmettere ai non vedenti una percezione immediata tramite le linee in rilievo per seguire la direzione desiderata e, certo, un tombino costituisce un ostacolo e/o un pericolo. Considerando poi la razzia di tombini degli ultimi tempi nel territorio cosentino, il pericolo aumenta; ma ci auguriamo che gli interventi sopraggiungano prima che si verifichino eventi spiacevoli. Nell’attesa, “i non vedenti – come dichiara un cittadino – possono cimentarsi in una passeggiata paraolimpica, almeno fanno esercizio fisico per rimanere in forma!”
Valentina Mollica