Psicodramma M5s. Grillo e gli eletti stanno giocando la stessa partita e Conte (ormai) è di troppo

FORSE DOVEVA ANDARE COSI
Da una analisi dinamica: dalla caduta del Conte 2 all’insediamento del governo Draghi, fino alle vicende delle ultime ore, inerenti il Movimento, scaturisce un quadro chiaro e ben delineato.

I piani sono due ma la partita è la stessa. Grillotto e gli eletti stanno giocando la stessa partita: il primo, per la sua vicenda familiare (il figlio indagato per stupro), scende a patti coi Poteri – “Draghi è un grillino e Cingolani manco a dirlo” – ma si tiene l’alibi Peppino (Conte), a cui da fintamente corda, dandogli mandato di riformare lo statuto del Movimento, ma quando l’opera è a un passo dal compimento interviene in modo Plateal-Schizofrenico.

GLI ELETTI DI COMODO.
È palese che l’obiettivo degli eletti è di tirare a campare il più a lungo, e magari fino alla fine e con chiunque, rendendosi concavi convessi, cilindrici, sferici, conici, poliedrici,
torici e a pecorella (anche nel caso in cui Draghi dovesse prendere la strada del Quirinale).

Consapevoli di non aver futuro, potrebbero arrivare a votare l’inverosimile, in una realtà di anarchia e staticità. Gli eletti non hanno più nulla da perdere, in relazione al proprio peso specifico, ognuno ha fatto accordi e stretto patti, i più furbi hanno già transumato verso altri lidi più soleggiati, contrattando favori personali, dopo la decadenza del mandato, ed è per questo che hanno tirato un sospiro di sollievo, perché l’azione di Conte, come capo politico, era percepita come un potenziale pericolo, per la fine della legislatura… Amen.