Quel filo “rosso” che lega Regione e Unical: l’impero di Mimmo Saccà

C’è un filo “rosso” (anche se il colore è un’offesa ai veri compagni e magari dovremmo cambiarlo) che lega un po’ da sempre i destini della Regione e dell’Università della Calabria. Una sorta di corrispondenza di amorosi sensi. Le giunte, del resto, oggi come ieri, sono piene di professori dell’Unical per non parlare delle consulenze, degli incarichi, dei concorsi e così via.

Questa storia comincia con un nome: Sara Laurita. Sembra un nome che non dice niente.

Lei è la compagna di Alfredo Fortunato. Un nome che invece ricorre spesso nelle nostre cronache. Il soggetto in questione riceve superconsulenze da Nicola Adamo che gli partono o direttamente da Roma oppure dalla Regione Calabria con società intestate a lui. E soprattutto è consulente fisso della Regione: tutti cambiano, tranne lui, chissà perché. E come se non bastasse è inserito alla grande anche all’Università della Calabria: è fiduciario a contratto nel Dipartimento di Mimmo Saccà, il boss.

Lei, Sara Laurita, compagna di cotanto genio, vince il concorso da dirigente all’Università della Calabria ma, poverina, i soldi non le bastano e diventa quindi anche superconsulente alla Regione Calabria (anche se non ci mette mai piede!) con circa 5mila euro al mese.

Come se non bastasse, è anche socia del Distretto tecnologico di Cyber Security di Poste Italiane guidato da Saccà (il caro Renzi è sceso a Cosenza qualche tempo fa anche per gente come lei).

LA TRUFFA DEL FORMEZ

E non è finita qui. Prendiamo un progetto a caso… si chiama SU. TE. CA. ossia una donazione di soldi (senza procedure di gara) della Regione Calabria a Formez di € 2.900.000,00 (due milioni novecento mila euro).

Con tale progetto sono stati selezionati come dice il capo della Protezione Civile Tansi ….«gli amici degli amici degli amici degli amici», sono stati umiliati i migliori e premiati i raccomandati.

In pratica la Regione ha dato i soldi a Formez senza alcuna procedura (perché è ente in house) e Formez emana degli avvisi farlocchi sul proprio sito con una dicitura… Saranno prese in considerazione esclusivamente le Aree di Competenza e gli Ambiti Specifici, per i quali i candidati risultano regolarmente iscritti alla data del giorno prima della pubblicazione del bando selezione!

Ciò consente agli amici degli amici degli amici di poter sapere quali ambiti selezionare per essere considerati nella selezione! Chiaramente, come si evince dai bandi, tale profilatura la fanno prima della pubblicazione del bando (tanto i raccomandati sanno tutto prima). Infatti nelle selezioni può solo essere estrapolato qualche fortunato (caso molto raro) che per caso ha quella profilatura. Ma tanto poi con la prova orale viene messo al tappeto.

Tale sistema è assurdo e illegittimo! È proprio vero: vengono umiliati i migliori che non possono partecipare alla selezione perché dovevano sapere il giorno prima come profilarsi.

Tale stratagemma è chiaramente frutto di furbizie dei soliti furbetti di quartiere ossia il dott. Paolo Praticò, il dott. Alfredo Fortunato (sempre lui), con l’avallo della presidenza e la compartecipazione degli altri attori: Dott. Tommaso Calabrò, dott. Gerardo Castaldo (di Formez) ecc…

Proprio il dott. Alfredo Fortunato è pure il titolare della Contesti SRL che fa tutto nel dipartimento programmazione della Regione. Il dott. Alfredo Fortunato è stato anche capace (oltre che entrare a pieno titolo nelle procedure di gara d’appalto anche con Contesti srl stessa) di far vincere la selezione come addetta al monitoraggio alla sua società con un contrattino di 60.000 euro all’anno e di farsi nominare dalla società Studiare sviluppo di Roma come membro della task force per l’accelerazione della spesa della programmazione. Basta andare anche sul sito web della Contesti srl per trovare addirittura lavori di collaborazione aziendale tra Contesti e Studiare sviluppo (ecco qui: http://www.contesti.info/studiericerche/)

Ecco perché poi gli danno tale contratto: http://www.studiaresviluppo.it/wp-content/uploads/2014/06/1003072-CNT.pdf

Mentre il team di Contesti è qui: http://www.contesti.info/il-team/ (manca solo Sara Laurita ossia la compagna di Alfredo Fortunato) mentre il suo contratto è qui:http://trasparenza.regione.calabria.it/sites/index.php?option=com_k2&view=item&task=download&id=607_6ba38ae10a5a49365f59d27d712f7a83&Itemid=778 (contratto rinnovato e ancora in essere)

Ma stanno già preparando il bando nuovo per inserire lei e tutto lo staff di Contesti in dipartimento!

MIMMO SACCA’, IL BOSS

Crisci e Saccà

Chi gestisce Alfredo Fortunato all’interno dell’Unical?
Lo accennavamo prima: il professor Domenico Saccà, nominato proprio ieri dal rettore Crisci nuovo prorettore dell’Università della Calabria.
Il professor Saccà è ordinario per il Settore Scientifico e disciplinare Ing-Inf/05 – sistemi di elaborazione delle informazioni – presso il Dipartimento di Ingegneria informatica, modellistica, elettronica e sistemistica (Dimes).
Insomma, è un prof di prima fascia nel dipartimento di Ingegneria informatica.

Diciamo pure che è da tempo che comanda lui. I suoi uomini (Prof. Sergio Greco, Prof. Scarcello, Prof. Leone, Prof. Palopoli Luigi, Prof. Ianni, Prof. Sergio Niger, Prof. Flesca, Prog. Domenico Talia) hanno occupato tutti i posti di potere: dal CDA ai posti di delegati.

Lo schema evidenzia il potere di Mimmo Saccà, che controlla di fatto l’ateneo con i suoi uomini (teste di legno) oltre a gestire un’attività privata nella stessa università (ICT-SUD) in concorrenza con la stessa e oltre a gestire Cybersecurity alle Poste vecchie di Cosenza, sempre quel posto che ha visitato Matteo Renzi quando è venuto a Cosenza, che citavamo prima a proposito della socia Sara Laurita.
Il vero capo è lui e infatti tutti lo chiamano il boss.

Si tratta di docenti che ha assunto lui e che lavorano per lui nel dipartimento DIMES e che fanno ciò che dice lui. Non è da oggi che si dice che il rettore è nelle sue mani. Non c’è decisione che non venga presa da lui. E la nomina a prorettore la dice lunga sugli equilibri di forza.
Alfredo Fortunato si occupa dei fondi comunitari e dei brevetti.
Anche i più acerrimi nemici di Crisci (come si vede dallo schema: D’Ignazio, Perrelli e Veltri su tutti) sono strettamente legati a lui.
Per dire di sì a Crisci, è evidente che Saccà ha ricevuto ordini che non si possono non eseguire. E se qualcuno pensava che il boss potesse scegliere di rifiutare per non lanciarsi nell’arena, adesso ha detto sì e non c’è dubbio che si spenderà per la riappacificazione. Tanto, in fondo, l’Unical è come un vecchio partito con tante correnti: alla fine sono sempre una pigna.

Saccà crea, sfrutta e poi abbandona. All’epoca del Piano Telematico Calabria, alla fine degli anni ’70, Saccà è già uno dei migliori professori dell’hi tech in Italia.
C’è anche il suo zampino nel disastro e nel saccheggio dell’informatica calabrese. Lo scempio teleguidato dalle arti magiche di Madame Fifì e di tutta la sua corte. Certo, le responsabilità politiche sono quelle principali ma se Crai, Cud e compagnia bella sono diventate cattedrali nel deserto, un concorso di colpa c’è anche da parte dei “professoroni” o se preferite dei baroni.

Grande esperienza il Crai, seguita da un grande fallimento. Ma nessuno ha pagato. Al contrario. Da quella fallimentare esperienza è iniziata un’allegra sarabanda di nuove iniziative. Sulle sue ceneri nasce il Cud, il primo esperimento di Università a Distanza, anch’esso fallito lasciando dietro di sé una voragine da Guinness dei primati e poi Tesi, Calpark, Crati e Clic. Tutte sigle che conosciamo bene e purtroppo in maniera triste.
Una storia esemplare di fallimenti che viene descritta adeguatamente dai resti di archeologia industriale mostrati in un servizio della Rai di qualche anno fa.

Adesso Mimmo Saccà ha creato un consorzio di imprese a piazza Vermicelli all’Unical. Questo consorzio occupa spazi pubblici, fa affari privati con imprese che poi lavorano nell’Unical e prende soldi pubblici. E poi c’è Exeura dove con l’ex deputato Sergio De Julio e gli altri professori, Saccà fa il bello ed il cattivo tempo. Dove arriva lui, ci sono i soldi. Lui prende, spreme, usa e poi getta.

Insomma, dopo anni ed anni di “gloriosa carriera”, adesso Saccà, da numero 1 assoluto, si presta a fare il prorettore di Crisci. Sarà perché si deve pacificare, sarà perché non bisogna disturbare i manovratori ma il professore Saccà si è “immolato”. E la sensazione prevalente è che la guerra tra bande avrà certamente una tregua. Poi, si vedrà.