Questa Calabria di straordinario ha solo le… nomine dei commissari

Gentile Direttore,
stavo riflettendo sugli slogan che piacciono molto al nostro (??) sgovernatore.
Calabria Straordinaria, che tra l’altro è stato coniato non da Occhiuto ma dall’allora assessore al Turismo Fausto Orsomarcio (ormai lo chiamano tutti come lei… al massimo Orsopanza…), riempie tutte le pagine dei giornali regionali ogni volta che c’è una manifestazione. Fosse anche la sagra della rapa di Panecuocoli!!!  Cosa ci sia di straordinario, come me, sono in tanti a chiederselo. A me basterebbe che la nostra Calabria fosse anche soltanto ordinaria.
Cioè che ordinariamente funzionasse la sanità pubblica, ordinariamente funzionassero i trasporti, ordinariamente potessi fare un bagno in un mare pulito, ordinariamente fosse premiato il merito (visto che ci hanno intitolato anche un Ministero) e non l’appartenenza politica.
Basta leggere il sito della Regione Calabria, sezione organizzazione, sotto sezione Decreti presidente della Giunta Regionale, per verificare che poi questa Calabria di straordinario ha solo le nomine dei commissari.
Certo, in una Regione ordinaria le procedure amministrative sarebbero, appunto, ordinarie.
Nominare commissari a destra e a manca (ARPACAL, ARPAL, ARCEA, ARSAC, Azienda Rifiuti, ecc.) nelle more della predisposizione dei relativi bandi, per la individuazione dei soggetti previsti dalle norme ai vertici di questi Enti, serve appunto a confermare che la Calabria è terra “straordinaria”. Ma di commissari.  Per non parlare poi dei commissari. Quando va bene sono incompatibili, quando va peggio li arrestano. 
Per portare a conoscenza dei suoi lettori è bene comunicare che la predisposizione di un qualsiasi bando prevede un notevole impegno di energie e di tempo; circa venti minuti se uno è lento a scrivere al pc.
Ma forse con il termine “nelle more” si riferisce al fatto che tali bandi possono essere predisposti solo all’aria aperta e nel periodo, appunto, delle more di rovo. O, come cantava Mino Reitano: “Era il tempo delle more”… Poveri noi.