Reddito di cittadinanza. È il governo a soffiare sul fuoco (di Antonio Padellaro)

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Questo governo impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno soffia cercando di costruire il dissenso”.
Marina Calderone, ministra del Lavoro

“Credo che il primo giorno di paventate turbolenze da questo punto di vista sia stato molto eloquente. E credo sia responsabilità di tutti non soffiare sul fuoco”.
Matteo Piantedosi, ministro degli Interni

Funziona così. Si semina allarme e malcontento tra la popolazione più disagiata con provvedimenti di forte ingiustizia sociale. Si attende (e si spera) che qualche scheggia impazzita reagisca con un atto inconsulto. Quindi, si scarica sugli avversari politici la responsabilità dell’accaduto, accusandoli di aver “soffiato sul fuoco”, quello acceso dai piromani di governo. Sorprende che due tra i ministri più esposti sul piano delle tensioni sociali, e dunque dell’ordine pubblico, non si rendano conto di quanto certe espressioni suonino come un messaggio avvelenato. Quell’infelice “soffiare sul fuoco su cui qualcuno cerca di costruire il dissenso” sembra fatto apposta per criminalizzare le proteste dell’opposizione, ma pure per precostituirsi un alibi. Se la Storia è maestra di vita non v’è chi non veda come la cancellazione del Reddito di cittadinanza per 169mila nuclei familiari (ed è solo l’inizio), comunicato con l’improvvido sms dell’Inps, possa essere collocato in uno schema di provocazione politica ampiamente collaudato. La tecnica di chi accende un incendio di vaste e incalcolabili proporzioni per poi accusare gli avversari di alimentarlo.

Tre semplici osservazioni al riguardo. Sembra di capire che, secondo i ministri delle “paventate turbolenze” (ma dove le trovano certe espressioni questurine?) sarebbe opportuno che i leader di 5Stelle e Pd, Giuseppe Conte, Elly Schlein e ogni altro oppositore dello sciagurato provvedimento, evitassero di partecipare a iniziative e manifestazioni con più di tre persone onde evitare l’accusa di soffiare sul fuoco (ma pure di adunata sediziosa, se al governo gli gira). Ma se, come potrebbe accadere, un Rdc sul lastrico si lasciasse andare a una qualche espressione sopra le righe o, dio non voglia, a un gesto “turbolento” contro una vetrina, cosa accadrebbe allora? Che Conte, Schlein e gli altri “eversori” sarebbero condotti sul patibolo della pubblica opinione e indicati come sobillatori di un clima di violenza? Ci possiamo scommettere. È un clima fetido che la stampa dei reggicoda governativi fomenta da giorni con speranzosi titoloni sulla “sinistra che aizza la piazza”. Sbagliatissimo sarebbe rievocare in proposito l’incendio del Reichstag di cui il nazismo, con la grancassa dei giornali con la svastica, fu complice, e che accelerò la presa del potere di Hitler. Perché quelli erano criminali in divisa. Mentre questi sono soltanto dei miserabili camerieri.