San Giovanni in Fiore, liquami nel fiume Neto e poi nel mar Jonio. Ma Robertino tace per salvare la Succurro

Occhiuto usa le maniere forti e fa lo spadaccino contro i sindaci della costa tirrenica ma di San Giovanni in Fiore non dice una sola parola. Evidentemente questa città non fa parte della sua regione altrimenti non si spiega questo menefreghismo e soprattutto questa “dimenticanza” da uno che predica la “tolleranza zero” e poi non vede lo schifo che c’è nella località “regina” della Sila. Ma in realtà tutti sanno che la sindaca Rosaria Succurro, assessore di suo fratello al Comune di Cosenza per dieci anni, fa parte del suo “cerchio magico” e quindi deve tacere…
Da oltre un mese le pompe di sollevamento della depurazione sangiovannese non funzionano e scaricano indisturbate liquami nauseabondi direttamente nel fiume Neto e di conseguenza nel mar Jonio.

I carabinieri forestali della stazione di Spezzano della Sila sono stati al Comune e hanno intimato all’ente di sistemare nel giro di pochi giorni il guasto dei depuratori. Ad oggi la situazione rimane più o meno la stessa. Le pompe non sono riuscite ad aggiustarle. La situazione ambientale è diventata drammatica.

Possibile che dopo un mese che la ditta che ha in gestione i depuratori ha segnalato il guasto non si riesce a ripararle? Il danno ambientale del secondo fiume della Calabria è incalcolabile.
Nella città di Fiore la coppia reale pensa alle feste e alle prebende. Viene una volta a settimana con l’autista della Provincia al seguito; riceve, Marco a ‘mbroglia, qualche impresa e via verso Cosenza.
Per non parlare, poi, della spazzatura: in ogni angolo della città si vedono accatastate buste di immondizia. Per far fronte alla pulizia delle strade si utilizzano i precari del Comune con i mezzi dell’ente. Un fatto gravissimo. In tutta questa storia del dirigente sanitario Bitonti nonché presidente del Consiglio non ne parliamo più, semplicemente ci vergogniamo noi per lui.
Povera San Giovanni, che fine hai fatto!