Reggio, consigliere Ripepi (Fratelli d’Italia) cerca di nascondere violenza sessuale su bimba di 9 anni. Chieste le sue dimissioni

“Le circostanze descritte da un documento del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e riportate dalla stampa in queste ore, circa un coinvolgimento diretto del consigliere di Fratelli D’Italia Massimo Ripepi nella vicenda di una bambina di 9 anni abusata dallo zio, poi tratto in arresto per violenza sessuale, suscitano orrore e sgomento”. Lo dichiarano in una nota i consiglieri di maggioranza del Comune di Reggio Calabria. 

“Stando a quanto riportato dalla ricostruzione del Giudice del Tribunale, pubblicata da alcuni organi di informazione, il consigliere Massimo Ripepi avrebbe suggerito alla madre della piccola, appartenente alla stessa comunità religiosa di Ripepi, di rivolgersi alla nonna materna nonostante sapesse che la donna convivesse con il figlio, zio della bambina, già in passato condannato con sentenza definitiva per violenza sessuale su minori. Ma non è tutto, ciò che appare assurdo è che Ripepi, sempre stando alla stessa ricostruzione del Giudice, avrebbe addirittura dissuaso la madre della bambina dal denunciare il gravissimo abuso subito dalla figlia alla pubblica autorità”.

“Un comportamento gravissimo – prosegue la nota – che Ripepi avrebbe condotto in virtù della forte influenza psicologica che poteva vantare nei confronti dell’intera famiglia interessata dalla vicenda, per via del suo ruolo di guida all’interno della comunità religiosa di appartenenza. Una condotta odiosa che ha determinato circostanze gravissime, che hanno prodotto danni fisici e psicologici nei confronti di una bambina di appena 9 anni, e che risulta assolutamente incompatibile con il ruolo di consigliere comunale che Ripepi riveste ormai da anni”.

“Ferme restando le responsabilità giudiziarie che emergono dalla vicenda, sulle quali ci auguriamo sia fatta piena luce al più presto, intendiamo condannare con forza la condotta di Ripepi, peraltro già in passato coinvolto in procedimenti per altri gravi reati come lo stalking, chiedendo al suo partito Fratelli d’Italia una decisa e netta presa di posizione ed allo stesso Ripepi le dimissioni immediate per indegnità dal consiglio comunale. Fintanto che ciò non avverrà i consiglieri di maggioranza si autosospenderanno dai lavori della Commissione presieduta da Ripepi”.

LA VERSIONE DI RIPEPI

Gli articoli di stampa che mi riguardano, pubblicati questa mattina, sono frutto di dichiarazioni che non hanno alcun fondamento fattuale, in quanto scaturiscono dalle dichiarazioni di una madre che in preda alla disperazione per averle il tribunale dei minori sottratto l’affidamento della figlia, ha fatto di tutto per cercare un capro espiatorio su cui scaricare sue esclusive responsabilità”. Lo dichiara, in una nota, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia e capo carismatico di Pace, la setta di integralisti cristiani che da anni opera a Reggio Calabria, Massimo Ripepi.

“E ciò è tanto vero – sostiene il presidente della commissioen Controllo e Garanzia – che dopo aver perso la potestà genitoriale sulla bambina, la madre si è messa alla ricerca di persone che potessero aiutarla a riavere l’affidamento della stessa, sostenendo che fossi stato io a sconsigliarla di rivolgersi all’autorità giudiziaria. Di questo ho già da tempo informato il Pubblico Ministero procedente, indicando nomi e cognomi delle persone contattate dalla madre della bambina, specificando anche come a talune di queste la madre della minore abbia correttamente confessato che io Le avessi detto di decidere lei liberamente cosa fare”.