Reggio. Cronaca di un Capodanno del c…. con 2 milioni di spettatori in meno e tante bufale sulla Calabria

CRONACA DI UN CAPODANNO DEL C…. E CON TANTE BUFALE SULLA CALABRIA

L’urlo liberatorio di Angelo dei Ricchi e Poveri: “teste di cazzo”, gridato per ben tre volte ha fatto scendere il silenzio sui tanti piccoli orrori e le tante dimenticanze che abbondano nell’evento che secondo Roberto Occhiuto è stato un successo straordinario,

Ieri niente video “trionfale”, ma solo un “manifestino” con il quale pensa di aver risolto la questione sparando la solta cazzata da… Cazzaro consumato e anche… logoro: “IL CAPODANNO RAI IN CALABRIA VINCE LA SFIDA” e poi sottotitolo: Ancora una volta la Calabria entra nelle case degli italiani”. Obiettivo centrato in pieno, verrebbe da dirgli, bene, bravo, bis…

A parte il fatto che i dati di ascolto danno un calo rispetto al Capodanno di Crotone di quasi due milioni allo scoccare del nuovo anno, non si capisce che cosa ha da esultare il presidente se l’attenzione guadagnata su tutti i giornali nazionali scaturisce esclusivamente dal “teste di cazzo” esclamato per ben tre volte da Angelo dei Ricchi e Poveri in pieno countdown. Otto milioni di italiani hanno così goduto di questo fuorionda che in pochi attimi è diventato il simbolo del Capodanno Rai in Calabria. Siamo stati e saremo per molto tempo la regione delle tre C: Calabria, Cazzaro, Cazzo. Qualcuno con la testa sulle spalle a Reggio ci ha consigliato di inserire anche una quarta “C” ovvero quella di… Cannizzaro. E ha perfettamente ragione trattandosi della “C” che chiude il cerchio delle  vergogne. 

Ma andiamo allo spettacolo. La Calabria ha pagato alla Rai quasi tre milioni di euro per un pacco, pardon pacchetto che comprendeva 50 passaggi pubblicitari sui canali tv a partire da Ballando sotto le stelle, Linea verde, Camper, Geo e così via. Il cuore del piano promozionale è il Capodanno Rai, quest’anno trasmesso da Reggio Calabria. Nel corso della trasmissione “L’Anno che verrà prevede “la messa in onda di cinque spot pubblicitari sulle cinque province della regione”. Gli spot sono stati realizzati dalla Calabria Film Commission che come abbiamo spiegato nella nostra inchiesta è la cassaforte del sistema di potere di Roberto Occhiuto da cui passano i pagamenti alla Rai com del Capodanno ma non solo, anche di tantissimi altri eventi e iniziative. Gli spot confezionati quest’anno sono di una banalità e di una semplificazione terrificante.

SIGLA-DURATA 1 MINUTO

I dubbi: ma chi era Gabriele D’Annunzio ? E Mimì Berte in arte Mia Martini è stata ricordata oppure non era calabrese e per di più reggina, visto che era di Bagnara e ha sempre tenuto in piedi il suo rapporto con la città che le ha dato i natali e che ogni anno ospita una tre giorni con un bellissimo premio? Oppure l’hanno punita perché la sorella Loredana è andata – giustamente – a Napoli snobbando la pagliacciata della Rai e della Regione Calabria che ora è diventata in tutto il mondo il Capodanno del c….?

La sigla iniziale esordisce con: “Benvenuti in Calabria, una terra straordinaria dove la bellezza ha radici antiche e si rinnova nel tempoE proprio da qui da Reggio Calabria, dal suo lungomare, il chilometro più bello d’Italia, in questa notte di festa Raiuno accoglie, insieme a tutti voi, l’anno che verrà”. Il tutto mentre scorrono le immagini riprese dal drone: lo Stretto, Reggio e il suo lungomare. Questo in oltre cinque ore di trasmissione è uno dei pochi momenti in cui appare il lungomare di Reggio Calabria. Naturalmente mai una citazione di Gabriele D’Annunzio, colui che definì il lungomare di Reggio Calabria “il piu’ bel chilometro d’Italia”. Per le restanti cinque ore solo visione del pacco… pardon palco più grosso e più bello d’Italia con la sua passerella a forma fallica, i suoi effetti speciali, e il drone a volteggiare sulla testa della gente accorsa ad assistere ad uno spettacolo rigorosamente in playback per molti artisti ultrasettantenni. Quindi uno spettacolo anonimo che poteva essere fatto in una qualsiasi altra piazza, via, incrocio d’ Italia.

Lo spettacolo inizia con Diodato che canta “L’anno che verrà” giusto omaggio a Lucio Dalla. Per l’altro omaggio al nostro Mimo Reitano bisognerà attendere quasi lo scoccare delle due di notte con la bravissima Alma Manera, unica presenza di una cantante calabrese. Poi ci ha dovuto pensare Nino Frassica, siciliano di Messina, a cantare e far cantare “Calabrisella mia”. Il povero Otello Profazio si sarà rivoltato nella tomba. Non abbiamo sentito nessun omaggio a Mimì Bertè/Mia Martini, e ribadiamo che qualche “scienziato” avrà voluto far pagare a Loredana la scelta – ribadiamo ancora giustissima – di andarsene a Napoli a omaggiare Pino Daniele.

E andiamo agli spot sulla Calabria la cui presentazione è stata affidata alle “professoresse” Linda e Greta provenienti dalla trasmissione “L’Eredità” condotta sempre da Marco Liorni che in alcuni tratti aveva i toni e l’inflessione di Alberto Sordi in un “Americano a Roma” e in altre le cadenze delle imitazioni di Mike Bongiorno. Una “sola” terrificante, una pochezza imbarazzante…

1) REGGIO CALABRIA E LA SUA PROVINCIUA…. TOTALE 2 MINUTI

I dubbi: ma Scilla esiste o no? Chjanalea fa comune a se?

Linda e Greta sono arrivate in Calabria e si son messe a girare e hanno scoperto cose che hanno dell’incredibile. “Ciao Marco – esordiscono tutte agitate le due – siamo qui nel cuore di Reggio Calabria ed è bellissimo, si respira storia, si respira musica, si respira energia, e soprattutto tanta bellezza”. E verrebbe da aggiungere e per fortuna che si respira altrimenti tante banalità messe insieme era difficile da ascoltare. Parte la presentazione e si parte da Reggio che ancora una volta apprendiamo che vive di mare, cultura, storia, divertimento e tradizione. Dopo una puntatina al Museo ad ammirare i Bronzi di Riace o in alternativa i cappottini color azzurrino/celestino delle due prof si arriva a Chianalea, un borgo vicino a Reggio ci informano le due prof che si affaccia sul mare.

Per fortuna che la scritta ci informa che siamo a Chianalea di Scilla altrimenti potremmo pensare che Chianalea fa comune a se. Della storia, delle leggende di Scilla neanche una parola, non viene proprio nominata, figuriamoci se si parla del Castello dei Ruffo, di Marina Grande, di San Giorgio. Si arriva alla Villa Romana di Casignana, poi si arriva a Gerace con il suo centro medievale che piace tanto a Linda, e poi con le prof che corrono lungo un vico – non si capisce perché corrono sempre… -, si arriva, così, in Aspromonte per sciare. Il servizio si conclude con le due prof di spalle affacciate ad una balconata con i cappottini azzurrini sempre in primo piano. Un viaggio tra passato e presente, tra mare e montagna, che ci regala emozioni indimenticabili. Per la Calabria Film Commission Locri, una delle prime colonie greche in Calabria, non esiste. Non esistono Pentadattilo, Stilo con la sua Cattolica e patria di Tommaso Campanella, Caulonia, Bova e le aree grecaniche, Gioia Tauro e la Piana. E per fortuna che alla Fondazione la Regione Calabria ha finanziato oltre un milione e mezzo per i cosiddetti marcatori identitari.

2) CATANZARO E LA SUA PROVINCIA – TOTALE 2 MINUTI

I dubbi: ma oltre il Kitesurf di Gizzeria non c’è nulla?

La seconda provincia che viene presentata è quella di Catanzaro che ci viene presentata da Gabriele Vagnato, catanzarese doc, youtuber tra i più giovani del web e molto “spinto” in Rai (ha una somiglianza marcata con GianMelo Casadonte… vuoi vedere che…). Nei due minuti disponibili la Calabria Film Commission sceglie di partire da Gizzeria e dal Kitesurf. Gabriele fa il simpaticone con un istruttore e si brucia così una trentina di secondi tra mare e surf. Poi si arriva a Soverato tra movida e spettacolo, dove l’emozione non finisce mai. Risalendo l’istmo dei due mari si arriva a Catanzaro, capoluogo di regione, dove ogni strada racconta una storia diversa e ogni angolo è un invito a scoprirne la bellezza. Poi ci si sposta a Taverna con Mattia Preti. Infine si sale verso la Sila catanzarese, verso Villaggio Mancuso, un luogo magico nel verde dei boschi e si chiude con la riserva naturale delle Valli Cupe.

Fare l’elenco dei posti non citati sarebbe un’impresa impossibile. Nessuna traccia di Lamezia Terme, del Reventino, neanche Badolato che è arrivata in finale al Borgo dei borghi, Squillace e il suo castello, tutti gli altri borghi lungo la costa a nord e sud di Catanzaro. A Catanzaro nemmeno un’immagine del parco della Biodiversità con le opere di artisti contemporanei. Il Parco Scolacium questo sconosciuto dove eppure si svolgono eventi culturali finanziati sempre dalla Regione Calabria. Una catacomba, si vede che vivremo con il turismo degli appassionati di Kitesurf… sport bellissimo che non vogliamo di certo delegittimare ma tant’è…

CONSIDERAZIONE

Almeno gli spot su Reggio Calabria e Catanzaro sono stati trasmessi nella prima parte prima della mezzzanotte. I dati di ascolto ci dicono che nella prima parte i telespettatori erano intorno ai cinque milioni in crescita arrivando alla mezzanotte con un picco di otto milioni. Otto milioni di persone che si sono goduti i tre testa di cazzo di Angelo dei Ricchi e poveri in mondovisione. Il primo a due minuti dalla mezzanotte e gli ultimi due a pochi secondi. Un Capodanno memorabile. Le ultime tre province hanno ricoperto un ruolo secondario relegate nell’ultima ora di trasmissione, abbondantemente dopo l’una di notte quando i telespettatori sono calati sotto i due milioni.

3) COSENZA E LA SUA PROVINCIA- totale 2 minuti

I dubbi: ma Cosenza è sullo Jonio ed esistono le arance clementine?

Ritornano a guidarci Linda e Greta. Questa volta con due giubbini grigi imbottiti da clima invernale. Si parte dall’Arcomagno con le sue acque cristalline, con i suoi angoli nascosti, sorvolano l’isola Dino e arrivano al Pollino e qui il panorama cambia, montagne (e chi l’avrebbe detto?), aquile, pini loricati. Passando per le grotte del Romito risalgono l’altopiano silano con Camigliatello e Lorica che accolgono le nostre prof con il loro paesaggio da favola. Un po’ di avventura sul fiume Lao con il rafting e poi si scende verso il mar Jonio e qui scopriamo il giardino di arance clementine, il cuore agrumicolo della Calabria ma senza nominare Corigliano-Rossano e infine eccole qui a Cosenza, una città vibrante di cultura e arte, animata da cultura e giovani.

In un solo spot abbiamo scoperto che in Calabria si produce l’arancia clementina e che Cosenza si affaccia sul mare Jonio (?!?). Già le arance e le clementine costarono sberleffi di ogni genere al precedente duo Bova e consorte con Muccino al seguito. Cose che solo la Calabria Film Commission poteva pensare. Naturalmente di Sibari, Rossano con il suo Codex, Corigliano con il Castello, Altomonte con la sua Cattedrale, Castrovillari, i castelli di Oriolo, Roseto, Rocca imperiale, Cleto, niente de niente. Capiamo che per Occhiuto il solo sentire Corigliano-Rossano gli rievoca il fantasma di Flavio Stasi ma a tutto c’è un limite… 

Morano Calabro e il suo borgo medievale, Diamante e il festival del Peperoncino, nulla di nulla. Per non parlare di Paola che a quest’ora San Francesco butta ira da tutti i pori. Tra l’altro hanno avuto pure il coraggio di registrare il finale in una delle poche giornate di pioggia e di freddo. Il massimo dell’ improvvisazione e del dilettantismo allo sbaraglio…

4) CROTONE E LA SUA PROVINICIA- TOTALE 2 MINUTI

I dubbi: ma le colonie della Magna Grecia: Locri, Sibari, Crotone sono in Calabria?

Per presentare Crotone, intorno all’una e mezza, torna Gabriele Vagnato che fa il simpatico con il suo presunto insegnante di pilates (non ha fatto ridere manco… la mamma!). Si parte dal promontorio di Capocolonna dove storia e natura sii incontrano (chi l’avrebbe mai detto…). si arriva al castello di Carlo V a Crotone, un vero gioiello architettonico che domina la città di Crotone. Poi ci porta a Santa Severina, anche qui è pieno di arte, natura e naturalmente non può mancare la cultura. Poi naturalmente si va in Sila dove possiamo vivere la magia della Calabria invernale. Del Castello aragonese di Le Castella, di Cirò e del suo vino, anche qui, niente de niente.

5) VIBO VALENTIA E LA SUA PROVINCIA- TOTALE 2 MINUTI

I dubbi: Ma il castello Murat è a Pizzo o a Vibo? E Ricadi è la spiaggia di Capo Vaticano?

A Capodanno quasi concluso, a venti minuti dalla fine, ultima degli ultimi, ecco Vibo Valentia e la sua provincia. Ovviamente punita come Corigliano-Rossano perché solo pochi mesi fa Occhiuto ha… perso le elezioni, 

Ritornano le due prof Linda e Greta e stavolta sfoggiano uno spolverino bianco immacolato. Entusiaste ci informano che sono arrivate in un posto magnifico, con la sabbia bianca e le acque cristalline, insomma un vero e proprio paradiso tra mare e montagna, proprio qui in Calabria. Greta entusiasta informa Linda che si trovano a Capo Vaticano: “Guarda Linda questa è Capo Vaticano, qui è possibile scorgere le meravigliose spiagge di Ricadi”. E a questo punto uno dovrebbe andare alla sede della Calabria Film Commission con tanto di scala e cacciavite e imitando Checco Zalone dovrebbe smontare l’insegna di Calabria inveendo contro costoro… Ignoranza pazzesca: il comune è Ricadi, meglio conosciuto come Capo Vaticano… Il cui nome non si attribuisce solo al promontorio ma anche alle sue tante spiagge e calette.

Al limite avrebbero dovuto dire: “Guarda Linda siamo a Ricadi, qui è possibile scorgere le meravigliose spiagge di Capo Vaticano”. Ma che ve lo diciamo a fare?

Naturalmente poi si va a Tropea, la perla del Tirreno, ogni angolo una cartolina perfetta. Poi ci portano in montagna nel parco delle Serre e in lontananza ci fanno ammirare la Certosa di San Bruno. Poi non poteva mancare una sosta a Vibo Valentia con il suo Castello, anche qui si respira storia, cultura, e in aggiunta un po’ di avventura che fa figo. Dopo un passaggio aereo sul Castello di Vibo le telecamere entrano nel castello di Pizzo Calabro che non viene nemmeno nominato facendo pensare di essere ancora a Vibo. E mentre le nostre due prof ballano e danzano sul belvedere e nelle vie di Pizzo si finisce con lo slogan: “Calabria, un mondo una regione”. Non solo non viene mai nominato Pizzo Calabro, ma neanche Mileto e i Normanni, Natuzza e la sua basilica, Nicotera, i borghi dell’entroterra, Mongiana e le ferriere.

CONCLUSIONI

Ai tempi del film spot di Muccino ci fu una rivolta nel mondo culturale calabrese per i luoghi comuni, le banalità, gli stereotipi profusi a pieni mani. Il film scomparve in breve nel dimenticatoio. La stessa fine fece il film d’autore con la Gregoraci, meglio nota per essere la moglie di Briatore con licenza di “avventure” tanto paga sempre… lui! Oggi purtroppo vi è il silenzio assoluto. Occhiuto e la regione Calabria condizionano quasi tutto e nessuno parla. Chi ce lo fa fare. Tutti zitti e solo sui social si può trovare qualche analisi critica. Comunque Rai, Calabria Film Commission, Regione Calabria sonoramente bocciati. STUDIATE, CAZZO (senza teste che come dice Gioffrè sa molto di… distretto militare), STUDIATE. Cazzu Cazzu iu iu… direbbe Cetto Laqualunque.