Reggio. Falcomatà all’attacco: “Alta velocità e statale 106, il governo umilia il Sud: serve una resistenza civile”

“Una classe dirigente incapace, un Governo senza coraggio e senza visione, una Calabria condannata all’irrilevanza”. Non usa mezzi termini il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, che interviene con fermezza sulle recenti decisioni legate ai progetti infrastrutturali nazionali, in particolare l’Alta Velocità e il finanziamento della SS 106, che – secondo il primo cittadino – rappresentano l’ennesimo schiaffo al Sud e alla Calabria più estrema.

“Quella dell’Alta Velocità è una scelta progettuale che mortifica i territori più a sud della regione, lasciati ai margini dello sviluppo” – attacca Falcomatà – “con una linea che si ferma a Praia e che, anche nel tratto previsto, allunga il percorso fino quasi a Potenza, senza di fatto ridurre i tempi di percorrenza da e per Roma.”

Durissima anche la critica sulla Statale 106, definita dal sindaco “una grande arteria dimenticata”, poiché i nuovi interventi di ammodernamento non prevedono alcun finanziamento per l’ultimo macrolotto che riguarda proprio la provincia di Reggio Calabria.

“Il dato politico è evidente e incontrovertibile”, prosegue il Sindaco: “la Calabria continua a essere penalizzata da una progettazione infrastrutturale priva di una visione strategica integrata. Nessun piano serio per valorizzare le aree interne o per stimolare sviluppo, turismo, indotto economico. Esattamente ciò che andrebbe fatto, come lucidamente osservato anche dal prof. Francesco Russo, esperto di mobilità e trasporti.”

Falcomatà sottolinea come le richieste avanzate dai sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria, tra cui il completamento della Bovalino-Bagnara, siano state totalmente ignorate. “Un collegamento essenziale – spiega – per unire due aree vaste dell’Aspromonte, connettere comunità, combattere lo spopolamento e rilanciare l’economia locale.”

Poi l’affondo finale: “Siamo davanti a una vera e propria secessione infrastrutturale, con mandanti ben identificabili a Roma. Mentre al Nord si spendono miliardi anche per viabilità superflue, il Sud resta bloccato, tagliato fuori. Serve una resistenza civile forte, consapevole, determinata. Da sindaci, da ultimi baluardi di una democrazia ferita, continueremo a far sentire la nostra voce.”