Reggio, Gotha. La massoneria segreta: la “loggia dei 33” rivelata dal notaio Marrapodi

Dalle motivazioni della sentenza del processo Gotha, Reggio Calabria

… L’attività di indagine proseguiva attraverso la valutazione del memoriale del 9 agosto del 2013 fatto recapitare all’autorità giudiziaria reggina dal pentito Antonino Lo Giudice in cui il Lo Giudice, durante il periodo della sua latitanza, faceva riferimento a quanto appreso da Cosimo Virgiglio, anch’egli pentito. Le interlocuzioni che i due avevano avuto, e che il Lo Giudice rappresentava, vertevano sull’esistenza e sull’appartenenza di Virgiglio stesso ad una società segreta, chiamata massoneria, e che si articolava in tre tronconi.

Uno legalizzato, di cui facevano parte professionisti di alto livello, come giudici, ma anche appartenenti alle agenzie di informazione e sicurezza, evidentemente infedeli, oltre che uomini dello Stato, quindi rappresentanti delle istituzioni in senso più ampio.

Nel secondo troncone invece rientravano politici, avvocati, commercialisti, quindi soggetti in grado di interloquire in ambiti da cui la ‘ndrangheta poteva a cquisire maggiore potere economico.

Il terzo era composto da criminali investiti di potere decisionale e uomini invisibili, che erano sostanzialmente indicati come appartenenti e rappresentanti essi stessi di un tribunale supremo, con diritto di vita e di morte sui singoli affiliati.

Tra i soggetti indicati dal Virgiglio al Lo Giudice sono ricorrenti i nomi di Domenico e Pasquale Libri, Giovanni Alampi di Reggio, il defunto notaio Marrapodi, lo stesso morto in circostanze misteriose nonché depositario di fatti di rilievo strategico connessi all’elenco dei nominativi della “loggia dei 33” annotati nell’agenda del preside Zaccone; il commercialista Giovanni Zumbo, l’avvocato Giorgio De Stefano senior, Giuseppe Pelle detto Gambazza di San Luca, l’avvocato Aurelio Chizzoniti, l’avvocato Emilio Tomasini, il dottore Francesco Cellini, Pasquale Condello il supremo, Giovanni Tegano, capo dell’omonima consorteria, Francesco Chirico di Reggio, Umberto Pirilli, Giuseppe Scopelliti che viene identificato in quel momento storico come il presidente della Regione, l’avvocato Antonio Marra, Paolo Martino di Archi, Giuseppe Carlo De Stefano classe ’69, Umberto Bellocco di Rosarno, capo dell’omonima consorteria, Marcello e Giuseppe Pesce di Rosarno, anche loro a capo dell’omonima consorteria, Gioacchino Giuseppe Piromalli di Gioia Tauro, Antonio e Saverio Mammoliti di Castellace, Franco Morelli, l’avvocato Paolo Romeo, Pietro Fuda di Siderno, Pietro Siclari, imprenditore edile di Reggio, l’avvocato Vincenzo Giglio, cugino del giudice omonimo, Francesco Zoccali, ex capo di gabinetto del presidente della Regione, che viene indicato come soggetto a contatto con le agenzie e i servizi di informazione e sicurezza, Bruno De Caria, ex direttore operativo della Leonia.

Gli elementi sin qui illustrati certamente consentono di affermare l’esistenza e la perdurante operatività di un organismo occulto, che ha funzioni decisionali nell’ambito degli interessi di rango dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta…

Tale organismo inizialmente è stato denominato Santa, ha costituito un organo apicale e segreto dell’associazione mafiosa stessa, voluto, ideato e fondato all’inizio degli anni 70 tra gli altri da Paolo e Giorgio De Stefano, che ne assunsero la direzione, unitamente poi ai vertici delle altre cosche tra le quali i Piromalli.
Ai fratelli Paolo e Giorgio De Stefano, poi deceduti, per il mandamento di centro, sono subentrati Giuseppe Carlo De Stefano, Pasquale Condello, Giovanni Tegano e poi Pasquale Libri.

Ci si trova al cospetto di una evoluzione della ‘ndrangheta, che attiene al carattere organizzativo e funzionale e che mira comunque a salvaguardare la segretezza di quello che è il comportamento occulto. L’unico dato costante è l’esigenza di segretezza, che deriva dalla necessità della tutela degli interessi di rango della ‘ndrangheta e della difesa dalla incessante attività di aggressione giudiziaria e dalle propalazioni degli esponenti dell’area militare, che peraltro di molto spesso di tali contesti nulla sanno riferire…