Reggio. “Il tempo passa, il ricordo resta”: la Città non dimentica Italo Falcomatà

Italo Falcomatà

Ventiquattro anni possono sembrare un’eternità, eppure per Reggio Calabria il tempo sembra essersi fermato all’11 dicembre 2001, il giorno in cui la città perse Italo Falcomatà. A ricordarlo, con parole intense e cariche di emozione, è una lettera giunta alla redazione di ReggioTV, firmata da Carmelo Santonicito, che restituisce il senso profondo di un’assenza mai colmata e di una presenza che continua a vivere nella memoria collettiva.

«Accorgersi di come velocemente passi il tempo può risultare banale, ma resta una grande verità», scrive Santonicito, descrivendo il trascorrere degli anni che imbiancano i capelli, segnano i volti e rendono più evanescenti sogni e ricordi. Eppure, alcune figure sembrano sfidare il tempo. Italo Falcomatà è una di queste. Il suo ricordo, sottolinea l’autore, rimane “chiaro e nitido” non solo nei familiari e negli affetti più stretti, ma anche in moltissimi cittadini che hanno incrociato il suo cammino.

Nella lettera riaffiorano episodi e volti: amici di sempre, giovani di allora che oggi portano ancora nel cuore quei giorni. Come Antonio, all’epoca giovanissimo agente di polizia e parte della scorta del sindaco, che ricorda con commozione l’ultima visita in ospedale, quella domenica mattina del 25 novembre, quando attraverso un citofono, in una stanza asettica, si scambiarono parole dense di affetto. Un ricordo che Antonio custodisce ancora oggi, dalla sua Puglia, come simbolo di un legame umano profondo.

C’è poi Domenico, poco più che ventenne in quegli anni, che rievoca Italo Falcomatà come il sindaco capace di incarnare una svolta ideale e concreta nella vita della comunità reggina, una presenza “rivoluzionariamente vicina a tutti”, capace di dare speranza soprattutto ai più giovani. E Filippo, che allora era solo un ragazzino, ma che ancora oggi riconosce l’impronta lasciata da una persona di grande spessore umano e carisma, nonostante i pochi momenti di contatto diretto. Paolo, invece, affida il suo ricordo a un silenzio carico di significato, a uno sguardo e a un sospiro che dicono più di molte parole.

La lettera diventa così un racconto corale, il ritratto di un uomo che ha segnato una città non solo per le cariche ricoperte o per le qualità politiche, ma soprattutto per l’affetto sincero che seppe suscitare intorno a sé. «Passano le glorie mondane – scrive Santonicito – degradano anche i grandi monumenti e le realizzazioni. Ma gli affetti veri rimangono, nitidi e lucenti, e hanno il profumo dell’eternità»

A ventiquattro anni dalla sua scomparsa, Reggio Calabria continua dunque a parlare di Italo Falcomatà come se fosse ancora presente, nei discorsi quotidiani, nei ricordi condivisi, nella memoria di una stagione che ha rappresentato speranza e rinascita. «Come sempre, saluti, signor Sindaco! Ciao, Italo!». Un saluto che, ancora oggi, unisce una città intera.