Reggio. ‘Ndrangheta stragista, la “doppia affiliazione” di De Stefano e Piromalli

Dalle due iniziali alle probabili tre udienze per completare la requisitoria nel processo ’Ndrangheta stragista. I sostituti Procuratori generali, Giuseppe Lombardo e Walter Ignazitto, ritorneranno in Corte d’Assise d’Appello lunedì e replicheranno martedì (udienza aggiuntiva per non fare slittare il calendario che porterà alla sentenza tra venerdì 10 e sabato 11 marzo) per completare il quadro accusatorio contro chi nel Reggino ha consumato gli attentati ai Carabinieri culminati nell’agguato mortale ai brigadieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo.

Dalla “guerra totale contro lo Stato, decisione unitaria del sistema criminale mafioso italiano” all’escalation dei boss reggini non più espressione di “un crimine organizzato inferiore rispetto a Cosa nostra” sono stati tanti i temi d’accusa affrontati. Un lavoro di ricostruzione storico-investigativo rafforzato dalle dichiarazioni di svariati pentiti, a partire da Girolamo Bruzzese secondo cui “nel 1978-79 Bettino Craxi e Silvio Berlusconi incontrarono il boss Giuseppe Piromalli ed altri capi ‘ndrangheta della Piana di Gioia nella masseria di Giuseppe Piccolo”; e la testimonianza resa dal defunto ambasciatore Francesco Paolo Fulci, che ha argomentato “la paura di non contare più nulla” e lo spettro della “perdita della funzione manifestata da settori dei servizi di sicurezza a seguito dello scioglimento di “Gladio”, deciso da Giulio Andreotti nell’autunno del 1990, una scelta che sarebbe “piovuta a ciel sereno”, e secondo quanto riferito da Fulci, non concordata nemmeno con gli Usa, tant’è che non fu più possibile ricomporre lo strappo”.

Asse criminale tra Cosa Nostra e ‘ndrangheta, rappresentata per gli inquirenti dalla condivisione del progetto stragista da sue storiche dinastie mafiose. Secondo il Pg, «i Piromalli e i De Stefano, furono tra i primi in Calabria, come si evince dalle testimonianze di Buscetta, Vitale e Pennino, riprese in alcune sentenze, a ricevere la doppia affiliazione nella ’Ndrangheta e in Cosa nostra. Peraltro – ha specificato Lombardo – Tommaso Buscetta, per un periodo, fu “ambasciatore” presso i Piromalli per conto di cosa nostra». Giuseppe Lombardo, ancora, ha affermato che «la forza dei Piromalli e dei De Stefano scaturisce dalla vittoria della prima guerra di ‘ndrangheta, del 1974, a Reggio Calabria, contro il boss Mico Tripodo, e trasformano la ‘ndrangheta in quel mostro criminale che è oggi. In tal senso esistono riscontri non solo fattuali, ma storici e logici».