Reggio, operazione “Pedigree”: blitz contro i clan Serraino e Libri. 12 arresti, sequestrati esercizi commerciali

La sede della questura di Reggio Calabria

E’ in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare (11 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) emesse nei confronti di elementi di verticeluogotenenti e affiliati alle potenti cosche della ‘Ndrangheta Serraino e Libri operanti nella città di Reggio Calabria, ritenuti tutti responsabili di associazione mafiosa e, a vario titolo, di estorsione, intestazione fittizia di beni, danneggiamento, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, illecita concorrenza con violenza o minaccia, incendio, aggravati dalla circostanza del metodo e dell’agevolazione mafiosa.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine della Calabria, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni e il sequestro di alcuni esercizi commerciali.
Impiegati circa 100 agenti della Polizia di Stato.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 presso la sala conferenze della Questura di Reggio Calabria, alla presenza del Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e del Questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone.

‘Ndrangheta, l’ operazione “Pedigree” e le cosche Serraino e Libri

“Pedigree” è il nome che gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato all’operazione nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina, sono stati eseguiti arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari delle storiche cosche reggine Serraino e Libri. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile – sotto le direttive dei magistrati della D.D.A. di Reggio Calabria – hanno portato alla luce le dinamiche criminali delle predette consorterie della ‘Ndrangheta operanti, attraverso le loro articolazioni territoriali, nel quartiere di San Sperato e nella frazione Gallina, nonché nel comune di Cardeto (RC) e in Gambarie d’Aspromonte, principalmente nel settore delle estorsioni in danno di imprenditori e commercianti anche attraverso l’imposizione di beni e servizi, nonché nell’impiego dei proventi delle attività delittuose in esercizi commerciali attivi nel campo della ristorazione (bar) e della vendita di frutta, intestandoli a sodali o a compiacenti prestanomi allo scopo di eludere il sequestro con l’applicazione delle disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.

‘Ndrangheta, operazione “Pedigree”: l’ascesa di Maurizio Cortese ai vertici della cosca Serraino, la forza del sodalizio derivante dagli stabili rapporti con altre cosche reggine

L’inchiesta della D.D.A. di Reggio Calabria ha consentito di accertare come il vertice della cosca Serraino sia attualmente rappresentato da Maurizio Cortese, genero di Paolo Pitasi, già uomo di fiducia di Francesco Serraino, il “boss della montagna“, assassinato durante la seconda guerra di ‘Ndrangheta. Nel corso degli anni, Maurizio Cortese – catturato da latitante nel 2017 dalla Squadra Mobile e dai Carabinieri – ha acquisito una sempre maggiore importanza nell’ambito dei gruppi mafiosi, riuscendo a scalare le gerarchie della cosca Serraino, con specifica competenza territoriale nel quartiere di San Sperato. Oggi quella diretta da Maurizio Cortese è una consorteria strutturata della ‘ndrangheta unitaria, che trova la sua forza anche nei legami coltivati con esponenti carismatici di altre potenti cosche di Reggio Calabria, che ne hanno determinato il graduale potenziamento e l’ascesa al vertice. Strettissimo il legame con i capi storici della cosca Labate (intesi i “Ti Mangiu”) egemone nei quartieri cittadini di Gebbione SbarreFattivo e proficuo il rapporto con la cosca Libri di Cannavò, ogni qual volta si è posta l’esigenza di risolvere problematiche comuni e dirimere controversie afferenti alla rispettiva competenza territoriale. Stabili le relazioni con la potente cosca De Stefano-Tegano e in particolare con Luigi (Gino) Molinetti, storico esponente del clan di Archi – recentemente arrestato nell’ambito dell’operazione Malefix – sia per la fornitura di acqua mineralesia per ottenere l’autorizzazione preventiva ad aprire un bar in una zona non sottoposta al controllo della cosca Serraino, bensì sotto il dominio della cosca De StefanoTegano, nel rispetto delle regole della ‘Ndrangheta, sia infine per ricevere aiuto nell’accaparramento di clienti e nelle attività di reperimento di macchinari aziendali necessari per l’apertura di un esercizio commerciale.