“Siamo una città da terzo mondo. Mi vergogno di essere cittadina di Reggio“.
La rabbia di alcuni residenti di Croce Valanidi si è trasformata in una vera protesta per le strade, tanto da bloccare il passaggio delle macchine per alcuni giorni.
Per oltre due settimane senza un goccio d’acqua, i cittadini adesso non ne possono più costretti a disagi continui e seri problemi soprattutto per le persone fragili, come anziani o disabili. Famiglie in difficoltà e sull’orlo della disperazione.
Tra le vie interessate via Trapezzoli, via Trapezzi e Via Figurella.
“Se non verrà risolto il problema scenderemo nuovamente per le strade – assicurano i residenti di Croce Valanidi – Andremo davanti a Palazzo San Giorgio a rivendicare i nostri diritti”.
“La carenza idrica che ha messo in ginocchio una città, ha colpito anche i quartieri di Catona, Gallico, Archi e i cittadini stanchi non possono più tollerare questa condizione disumana”.
A denunciare il disservizio che, oramai da tempo, colpisce la periferia nord, Michele Marcianó, componente del coordinamento provinciale della Lega Reggio Calabria che “bacchetta” l’Amministrazione comunale per “i gravi disagi che i residenti e i commercianti subiscono perché privati dal liquido prezioso”.
“La chiusura notturna dei serbatoi da parte dei tecnici comunali nel comprensorio nord della città, sta creando notevoli disagi ai cittadini e negozi che, dal tardo pomeriggio, non possono più usufruire dell’acqua – afferma Marcianó -. Le giustificazioni degli amministratori non sono più accettabili anzi, sottolineano l’incapacità di chi è chiamato a governare Reggio. Bisogna avere rispetto della comunità e dei suoi bisogni primari. Quello che chiedono i reggini è la possibilità di lavarsi, cucinare e mandare avanti le proprie attività commerciali”.
L’esponente della Lega nel ricordare agli amministratori locali che “la gente paga tributi senza ricevere in cambio neppure i servizi basilari pertanto, occorre ridurre al minimo i disagi”, punta il dito anche “sulle precarie condizioni viarie della periferia diventata una groviera”.