Reggio. Totò Caridi e Seby Vecchio: dal sodalizio alle “cantate”

Da quando si è saputo che l’ex sbirro Seby Vecchio ha deciso di saltare il fosso diventando di fatto un collaboratore di giustizia, in tanti a Reggio hanno iniziato a tremare. Probabilmente perché Vecchio. appunto ex poliziotto, arrestato con l’accusa di essere uomo di riferimento della cosca Serraino, ha vissuto in pieno e da protagonista quelli che sono stati gli anni del modello Reggio quando a governare la città c’era Peppe Scopelliti, citato più volte da Vecchio all’interno dei suoi verbali e tirato in ballo insieme a uomini all’epoca di fiducia e che facevano parte di un “sistema” che costituiva un cerchio magico all’interno della politica cittadina e successivamente anche regionale.

Ne facevano parte politici come Alberto Sarra. Gianni Bilardi, Candeloro Imbalzano ma soprattutto l’ex senatore Antonio Caridi, che con Vecchio fin dal 2009 aveva rapporti privilegiati e che lo avrebbero visto sempre più stretto al caro Totò dal punto di vista politico per poi addirittura sostenerlo alle regionali del 2010. Vecchio sa bene che Caridi era un punto di riferimento molto importante per Scopelliti e sa pure che famiglie come quella dei De Stefano-Tegano o nella zona sud dei Caridi e dei Labate avrebbero sostenuto proprio lui, l’assessore all’Ambiente del Comune di Reggio Calabria che con Scopelliti aveva il monopolio dei posti di lavoro alla Leonia e che aveva giocato il tutto per tutto proprio per le elezioni regionali del 2010 che vedevano Scopelliti candidato a governatore e Caridi a consigliere vincendo a mani basse (anche per mancanza di… avversari) e ricoprendo poi il ruolo di assessore alle attività produttive della giunta regionale. L’inizio della fine non solo per Totò Caridi ma anche per Seby Vecchio. E il passato, prima o poi, presenta sempre il conto. Anche ai mafiosi “mascherati” e ai pezzi di stato deviato.