Reggio, Università Mediterranea. Il “cerchio magico” di don Nicola Irto e Nino (Castorina) l’imbroglione

A Reggio Calabria il blitz della procura all’Università Mediterranea non solo non ha meravigliato nessuno ma ha riportato alla luce tante altre storie che continuano, purtroppo, a restare insabbiate e che invece devono essere conosciute (specie ora che è stato eletto il nuovo rettore). E non solo quella – davvero paradossale e grottesca – che si riferisce alla nuora del mammasantissima Paolo Romeo e al suo pigmalione, l’immarcescibile professore Manganaro (https://www.iacchite.blog/reggio-da-fuori-corso-a-fuoriclasse-la-storia-di-silia-gardini-nuora-di-paolo-romeo/).

Nella Città dello Stretto sono in tanti a rievocare il cosiddetto “cerchio magico” formato dagli illustrissimi Laura Thermes, Gianfranco Neri, Valerio Rosario Russo, Salvatore Ottavio Amaro (professore associato Dipartimento Architettura) e Marina Rosa Tornatora. Tutti finiti nel registro degli indagati e tutti legati a doppio filo alla politica.

E sono in tanti a sottolineare come sia passata clamorosamente in secondo piano la figura di uno dei politici più impresentabili e inutili (se non per se stessi e per i propri clientes et parentes, la maggior parte dei quali nell’onorata società per usare un eufemismo) della Calabria ovvero don Nicola Irto.

Irto gravitava e continua a gravitare nell’ambiente universitario per diversi tornaconti elettorali. Nelle varie elezioni studentesche degli anni passati, il “bello addormentato” della massomafia calabrese insieme all’amico e compare di merende Nino Castorina (quello dei brogli elettorali reggini, rientrato proprio in questi giorni in consiglio comunale) ha influenzato il sistema delle elezioni studentesche con gli stessi metodi venuti alla luce per Castorina alle ultime Comunali di Reggio per oltre un ventennio.

In pratica, la lista Dedalo ha avuto e continua ad avere un potere egemonico colluso con il sistema smascherato in questi mesi dal procuratore Bombardieri. L’aspetto più interessante è che puntualmente all’inizio delle sue campagna elettorale l’architetto Irto (che tra l’altro è anche dottore di ricerca, e quindi potete solo immaginare come sia arrivato al conseguimento del dottorato…) sia nel corso del primo mandato – suggellato dal boom di 12.000 preferenze – e anche successivamente teneva riunioni nelle stanze del Consiglio regionale con i candidati del gruppo studentesco Icaro di architettura da lui fondato e quindi sua espressione. con l’associazione Musa, il gruppo studentesco Ares (anche questo espressione di Irto ma in quota nella facoltà di Agraria, con numerosi esponenti delle giovanili del Pd), l’associazione Themis, l’associazione Eureka, l’associazione Gaudì e il gruppo Leonardo di Giurisprudenza di quel broglio (elettorale) vivente di Nino Castorina. Un bel quadretto, non c’è che dire.

Molti dei candidati, che poi hanno avuto anche il privilegio di ricoprire incarichi di prestigio nel Consiglio d’amministrazione della Mediterranea, nel Senato Accademico e negli altri organi di Dipartimento, magicamente sono diventati anche dottori di ricerca. Per cercare le tracce non serve neanche essere “scienziati” o “mastini”: basta guardare l’esito finale del concorso pubblico per 7 posti di ammissione al dottorato di ricerca in Architettura del luglio 2017 dove i primi due vincitori sono proprio i pupilli di Gianfranco Neri. Tra l’altro, in commissione giudicatrice Neri e Russo sono presenti in qualità rispettivamente di presidente e componente della stessa, quasi a rimarcare la sfacciataggine del loro potere. E di conseguenza non dovrebbe essere difficile neanche per gli uomini di Bombardieri, ora anche con l’aiuto dei professori interdetti della Mediterranea, arrivare a smascherare anche questi soggetti. Ovviamente, don Nicola Irto ha provveduto a sistemare nella sua struttura o in quelle dei suoi sodali gli altri “clienti” che non è riuscito a piazzare alla Mediterranea.

La sensazione, dunque, è che il gran casino della Mediterranea possa riservare altre belle sorprese per questi politici che continuano a dichiararsi di “sinistra” mentre sono peggio, ma molto peggio dei “fascisti”. Povera Calabria nostra…