Sono 52 in tutto gli indagati nell’inchiesta «Magnifica» della Procura di Reggio Calabria che ha portato stamattina all’interdizione del rettore dell’università Mediterranea Santo Marcello Zimbone, sospeso per 10 mesi, e del pro rettore vicario Pasquale Catanoso, sospeso per 12 mesi. L’indagine della Guardia di finanza ha fatto luce su una serie di concorsi pilotati ma anche su tutta una serie di irregolarità nella gestione degli appalti e sull’utilizzo delle auto e delle carte di credito dell’Ateneo per scopi personali.
Le spese personali dell’ex rettore… – Dalle indagini è emersa – scrive il gip – “la gestione “domestica” dell’Ateneo da parte del Catanoso”. Gestione che “si è tradotta anche nell’appropriazione delle risorse finanziarie dell’ente mediante utilizzo, per spese non istituzionali, di una carta di credito abbinata ad uno dei conti correnti intestati all’Università”. A questo proposito, si legge nell’ordinanza, “il quadro che emerge dalle recenti risultanze investigative è a dir poco disarmante. Si fa fatica a credere che un uomo delle istituzioni, una delle più importanti per la crescita culturale, civile ed economica del paese, sia potuto arrivare a fare ciò che abbiamo visto nel ripercorrere le risultanze investigative, con una sfrontatezza fuori dal comune. I fatti denotano mancanza di senso delle istituzioni”. Nel dettaglio, stando all’inchiesta, l’ex rettore “si appropriava della provvista di denaro esistente mediante un uso sistematico per il soddisfacimento di esigenze personali e non istituzionali: in particolare utilizzava reiteratamente, nell’arco temporale dal gennaio 2017 al luglio 2019, la carta per pagamenti concernenti l’acquisto di regalie con cui omaggiare i suoi conoscenti in ambito istituzionale, politico ed universitario, per trasferte verso Parigi e Roma non giustificate da impegni ufficiali ma finalizzate a far visita alla figlia, per pranzi e cene di piacere, e per l’acquisto di biglietti ferroviari e spostamenti in taxi per sé e per i suoi congiunti”.
…e quelle dell’attuale – Sempre su Catanoso: “Egli si definisce come uomo che proviene dalla “strada” e che si è costruito in un certo modo grazie al fatto di aver saputo allacciare importanti relazioni, ma pare evidente che non abbia sviluppato la cultura del rispetto delle regole e del ruolo pubblico dallo stesso esercitato, cultura che impone l’esercizio delle funzioni solo per la realizzazione dell’interesse pubblico. Le ambizioni dii potere, di crescita personale, gli hanno imposto di comportarsi in certo modo e di asservire le istituzioni ai suoi personali interessi. Si è inserito in un giro di relazioni istituzionali che gli hanno imposto di avere un elevato tenore di vita e importanti disponibilità finanziarie”. Per quanto riguarda, invece, l’attuale rettore Santo Marcello Zimbone, secondo il gip ha agito nello stesso solco del predecessore perseguendo “l’illecita gestione senza soluzione di continuità, avallando e garantendo ai direttori dei dipartimenti e ai docenti la conservazione delle loro posizioni privilegiate, nonché la progressione di carriera dei candidati di volta in volta segnalati, anche mediante l’ingerenza nella formazione delle commissioni esaminatrici, composte in modo “adeguato” al raggiungimento dei suoi obiettivi”. Anche lui “realizzava reiterate condotte di appropriazione di risorse dell’ateneo quali le autovetture di servizio per il soddisfacimento delle esigenze private, nonché di turbata libertà nella scelta del contraente nelle procedure di gara volte all’aggiudicazione degli appalti di lavori”.