“Reggio vuole cantare “Bella ciao” contro tutte le dittature e i fascismi di ieri e di oggi”

dalla pagina FB di Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria

Gramsci diceva di odiare gli indifferenti.
Ma c’è a mio avviso qualcosa di peggiore degli indifferenti, i tiepidi.
Coloro che, per tante ragioni, anche di ruolo, indifferenti non possono essere e si dimostrano tiepidi rispetto una ricorrenza che ancora adesso non riescono a vedere per quello che è: ovvero la più importante festa nazionale della nostra Repubblica.
E che questo avvenga ancora oggi che sono trascorsi esattamente 80 anni dal giorno in cui il nostro paese si è liberato dal giogo della tirannia
nazifascista, che questa difficoltà a pacificarsi con la storia esista ancora oggi, ci impone ancora di più dovere di onorare al meglio questa giornata, onorare il ricordo ed il sacrificio dei nostri partigiani e non tradirne I’esempio.
Sul 25 aprile non si negozia.
Il 25 aprile non è barattabile.
Ho letto che qualcuno continua a dire che il 25 aprile sia una festa divisiva. E’ vero, divide in modo chiaro i fascisti dagli antifascisti.
Noi siamo orgogliosi di essere una amministrazione ed una comunità dichiaratamente antifascista.
Vorremmo però che tutte le istituzioni e i loro rappresentanti a livello locale e nazionale lo fossero e lo dichiarassero apertamente, con orgoglio e senza timidezza.
Una timidezza che viene malcelata dietro una parola molto questi giorni: sobrietà.
Sobrietà non significa timidezza, non significa ignavia, men che meno diserzione. Significa rispetto. Che è ciò che probabilmente manca.
Rispetto per chi non cè più.
Rispetto per il ruolo che si riveste.
Rispetto per le persone che nel proprio ruolo istituzionale si ha il dovere di rappresentare, cioè tutti.
Rispetto per chi, combattendo e morendo, ci ha portato a stare dalla parte giusta della storia.
Reggio Calabria non vuole essere timida, tiepida o ambigua.
Reggio Calabria vuole cantare “Bella ciao” contro tutte le dittature e i fascismi di ieri e di oggi.
Reggio Calabria non vuole disertare, ma dire con orgoglio:
Viva I’Italia liberata.
Viva I’Italia antifascista.