Regione, ancora nomine illegittime dei commissari di esame nei corsi di formazione

REGIONE CALABRIA

ANCORA NOMINE ILLEGITTIME DEI COMMISSARI DI ESAME NEI CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE: l’appello della RSU CSA-CISAL

Fin dal mese di Ottobre del 2016 segnalavamo alla Struttura preposta della Regione Calabria, l’illegittimità del conferimento degli incarichi di presidenza delle Commissioni per gli esami finali dei corsi di formazione professionale, chiedendo la revoca del decreto dirigenziale N. 71/2016 che detta disposizioni operative in materia, in netto contrasto con l’art. 14 della Legge n. 845/78 e dagli art. 22 e 23 della L.R. 18/1985, nonché da quanto previsto dai punti 3.15.1 e segg. del Regolamento emanato con Delibera di Giunta n. 3325 del 04/08/1986, in adozione della L.R. n. 18 del 19/04/1985.

Ebbene, a distanza di poco più di un anno e mezzo la storia si ripete. (a dire il vero non è mai cessata).

Dal momento che in più occasioni abbiamo condannato il modus operandi a dir poco scorretto del dirigente preposto alle suddette nomine, d’altro canto non possiamo più esimerci dal prendere le difese di un’intera categoria la cui dignità viene puntualmente calpestata da chi non sembra affatto intenzionato a correggere atteggiamenti lesivi la dignità di chi lavora nel campo della Formazione professionale.

Oggi, commenta così il sindacato CSA-Cisal ci rivolgiamo ai nuovi Assessori del Dipartimento Personale e Formazione Professionale della Regione Calabria Mariateresa Fragomeni e Angela Robbe la cui delega comprende anche le competenze di indirizzo politico in materia di formazione professionale, per sollecitare con urgenza l’applicazione, per tutto il personale dipendente di nuovi “atteggiamenti leali e trasparenti” ed un “comportamento esemplare e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell’azione amministrativa”.

Crediamo che funzionari e dipendenti che ogni giorno svolgono con trasparenza e abnegazione il proprio lavoro debbano essere trattati con imparzialità e senza alcuna discriminazione, tutti nella stessa misura.

Tutti gli appelli e le comunicazioni scritte ed a volte pubblicate sulla stampa locale, sono rimaste inascoltate, anche in questa occasione dobbiamo aspettarci il silenzio?

Il nostro auspicio è che i nuovi Assessori e soprattutto la nuova dirigente preposta all’anticorruzione ed alla trasparenza, non si voltino ancora una volta dall’altra parte facendo finta che nulla sia accaduto.

E tempo del coraggio e di uscire allo scoperto e denunciare ogni comportamento ritenuto lesivo. Mai come oggi la classe amministrativa ha il dovere di difendere la propria dignità e la propria immagine.

Rivolgiamo un appello, quindi, a tutta la dirigenza ed alle organizzazioni sindacali affinché si possa già nei prossimi giorni sedersi ad un tavolo comune di discussione per affrontare in maniera risolutiva la questione.

Ad oggi, tali segnalazioni compresa l’informativa alla Dirigente dell’epoca preposta all’anticorruzione e l’esposto inviato alla Procura della Repubblica di Catanzaro, non hanno sortito dli effetti sperati, (anche se qualcosa si e mossa), tant’è che continuano le nomine illegittime negli incarichi sopra evidenziati.

Secondo quanto previsto dalla normativa sopra citata, la presidenza delle Commissioni deve essere conferita a personale della carriera direttiva o in possesso del titolo di studio non inferiore a quello richiesto per l’accesso al corso e prevalentemente appartenente al Settore della Formazione Professionale, ma la Regione Calabria, infischiandosene, puntualmente continua a nominare in barba alla disciplina in materia di incompatibilità e di incarichi dei dipendenti pubblici, con l’aggravante che l’importo dei gettoni di presenza deve essere, a cura dell’ente convenzionato, versato a favore della Regione Calabria e pertanto non percepito dai Commissari nominati, cosa che ancora avviene nonostante il dettato del decreto legislativo N. 165 del 30 marzo 2001, che detta le norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

Dovrebbe essere ormai chiaro e risaputo che le pubbliche amministrazioni non possono conferire ai dipendenti incarichi, non compresi nei compiti e doveri di ufficio, che non siano espressamente previsti o disciplinati da legge o altre fonti normative, o che non siano espressamente autorizzati.

Per dette autorizzazioni, l’amministrazione avrebbe dovuto verificare, il condizionale e d’obbligo, l’insussistenza di situazioni, anche potenziali, di conflitto di interessi ed avrebbe dovuto, secondo quanto previsto dall’articolo 1, commi 123 e 127, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, e successive modificazioni e integrazioni, comunicare al Dipartimento della funzione pubblica, in via telematica o su supporto magnetico, entro il 30 giugno di ciascun anno, i compensi percepiti dai propri dipendenti anche per incarichi relativi a compiti e doveri d’ufficio.

Inutile evidenziare che dette incombenze vengono puntualmente ignorate, non rese pubbliche neppure sul sito istituzionale regionale e dal consulto dei decreti di liquidazione dei gettoni d’esame emerge chiaramente che molti dei dipendenti che hanno percepito in modo illegittimo detti emolumenti non sono neppure quelli che hanno prodotto manifestazione d’interesse per la designazione nelle Commissioni dei corsi di formazione professionale di cui al decreto dirigenziale N. 12424 del 18/10/2016.

Al fine di supportare l’amministrazione e gli Enti accreditati per questa attività sarà necessario costituire un tavolo tecnico di concertazione presso il Dipartimento Lavoro e Formazione professionale con esperti, Dirigenti e l’Assessore rappresentante con l’obiettivo di analizzare le criticità e stabilire dei criteri per poter correttamente proseguire nelle nomine dei Commissari d’esame nei corsi di F.P. e degli incarichi esterni, alla luce delle direttive e delle caratteristiche degli incarichi vietati ai dipendenti regionali, previsti tra l’altro anche dal Piano triennale 2016 – 2018 di prevenzione della corruzione approvato dalla G.R., che hanno attinenza con l’attività svolta in qualità di funzionari regionali.