Regione Calabria, quando Cecchino Principe mise in riga la burocrazia

Nella foto si riconoscono da sinistra: Gaetano Mancini, Carlo Tognoli, Cecchino Principe e a destra in ultimo Ciccio Greco.

dal profilo FB di Gianfranco De Franco

Qui di seguito una estrapolazione (tratta dalla sua biografia) di come si comportò Francesco “Cecchino” Principe con la burocrazia regionale fin dai primissimi giorni della sua presidenza alla Regione Calabria, nel 1985. 

“… La “stretta” si rese necessaria quando Principe si rese conto (praticamente subito) che non solo non esisteva un ordine del giorno, ma ogni assessore “portava” in delibera pratiche che non avevano priorità politiche, ma solo clientelari.
Lo stesso valeva per i pagamenti. In Regione erano velocemente pagati solo gli “amici” di qualche pezzo grosso.

Questo Principe lo scoprì per caso. Un suo amico imprenditore gli aveva chiesto infatti se poteva intervenire per la liquidazione di una fattura.
Farò controllare – gli rispose Principe – ma credo che ci sia un ordine di pagamenti, bisogna vedere in quale posizione sei.
Ma quale ordine? – gli rispose. Quelli pagano chi vogliono. Fammi capire.
Mi sto rivolgendo a te perché due giorni fa hanno liquidato la fattura di un mio amico per lavori terminati molto tempo dopo dei miei.

Il giorno seguente Principe chiamò il direttore di ragioneria.
Ragionie’, accomodatevi.
Buongiorno presidente, sono a vostra disposizione.
Vi ho fatto venire qua, ragioniere, per dirvi che, invece, sono io che voglio mettermi a vostra disposizione.
Ne sono onorato, ma vi prego consideratemi un vostro amico.
Infatti. Ho saputo che le fatture dei vostri amici sono liquidate con molta celerità. E fate bene.
Ma veramente cerco di andare avanti coi pagamenti per non far soffrire le imprese.
Una cosa meritoria. E appunto volevo dirvi che se avete un vostro amico che ha una fattura e voi volete liquidargliela, portatemela perché ve la firmo immediatamente.
Vi ringrazio. C’è una sola condizione.

Ditemi.
Se la fattura del vostro amico è, mettiamo, la numero 1.240, in- sieme alla sua disposizione di pagamento, mi dovete portare tutte le 1.239 pratiche precedenti.

Il direttore rimase di stucco.
Ragioniere – continuò Principe – vi avviso che se non lo fate o se ci saranno altri casi di “sorpassi”, non esiterò a denunciarvi alla procura della Repubblica.
Fu una sfuriata salutare perché la burocrazia regionale da quel giorno rigò dritto e Principe ne menava vanto: «Quella fu l’unica giunta – diceva – che mise in riga la burocrazia regionale che aveva un potere notevolissimo».