Regione, che fine hanno fatto le dimissioni della Responsabile Anticorruzione?

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CHE FINE HANNO FATTO LE DIMISSIONI DELLA RESPONSABILE DELL’ANTICORRUZIONE DELLA REGIONE CALABRIA?

Passate le scadenze previste dal piano triennale anticorruzione della Regione Calabria ancora ad oggi nulla è stato fatto sulla rotazione del personale e dei dirigenti, contravvenendo alle misure introdotte dall’Autorità nazionale Anticorruzione (ANAC) ove pare stiano pervenendo giornalmente pesanti segnalazioni.

Tali violazioni legislative e le gravi criticità nella rotazione del personale dirigente alla Regione Calabria. hanno indotto la Responsabile dell’Anticorruzione a gettare la spugna, tant’è che alcuni giorni fa come appreso dai giornali, la responsabile Avv. Francesca Palumbo ha inviato al governatore Mario Oliverio una lettera di dimissioni dal predetto incarico.

Per tali dimissioni, la giunta regionale, più volte riunita senza mai trattare l’argomento, avrebbe dovuto: non solo accettare le dimissioni, che la responsabile annunciava “irrevocabili” ma avviare l’istruttoria per la nomina del successore considerata la bassa percentuale di partecipazione fatta registrare dal precedente avviso.
I dirigenti generali avrebbero dovuto già da più tempo applicare quanto previsto dall’art. 16 comma 1 lettera l quater del D.L. 165/2001 monitorando il cronoprogramma previsto dalle norme obbligatorie di rotazione del personale con anzianità di servizio nella medesima funzione pari o superiore ad otto anni maturati alla data del 30/06/2018.
Ad oggi ancora nulla è stato effettuato, permanendo così la resistenza all’adozione della misura.

Ma ciò che più ci piacerebbe sapere è la motivazione del perché non sono stati neppure avviate le procedure per la sostituzione della dirigente dimissionaria.
Non vorremmo che anche questa farsa sia stata fatta apposta per il solito concetto di far finta di cambiare tutto per non cambiare niente.
In altri termini la dirigente inoltra le dimissioni, la giunta non le considera, così che eventuali responsabilità possano essere attenuate in quanto dimissionaria e dirigenti e dipendenti rimangono in attesa degli sviluppi presso le proprie postazioni di lavoro continuando a portare avanti interessi personali e conflitti d’interesse ed il gioco e bello che fatto.

Così che il radicamento di posizioni di controllo viene consolidato in relazioni che alimentano dinamiche improprie nella gestione amministrativa come il caso più volte denunciato ed ancora oggetto d’indagine da parte delle autorità giudiziarie, che siamo sicuri non tarderanno ad intervenire a riguardo della nomina dei componenti delle commissioni d’esame nei corsi di formazione professionale.
Anche quest’immobilismo può essere annoverato nella storia della peggiore legislatura che la Calabria abbia mai visto.

Domenico Russo, Cisal