Regione, il grande business degli stipendi delle strutture speciali (di Carlo Ranieri)

Stipendi strutture speciali Consiglio regionale, è legale il trattamento accessorio dei dipendenti pubblici stabilito con delibere dell’Ufficio di Presidenza?

Caro direttore,

sono un suo assiduo lettore e poiché ritengo che il trattamento economico dei dipendenti pubblici delle strutture speciali sia discriminante, rispetto a chi lavora negli uffici (problema  che sta molto a cuore ai miei ex colleghi della struttura burocratica), animato da spirito legalitario, ho chiesto via PEC al Collegio dei Revisori contabili della Regione Calabria (che è composto dalla Dott.ssa Smorto Filomena Maria, dal Dott. Porcelli Alberto e dal Dott. Malara Francesco) di verificare se sia legale una prassi che va avanti da troppo tempo.

E’ legale che l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale calabrese, con proprie deliberazioni, dal 2001 in poi, stabilisca quanto devono guadagnare, oltre lo stipendio tabellare, i loro collaboratori dipendenti pubblici?

Poiché non è più tempo di vacche grasse (il bilancio consiliare rispetto gli anni d’oro si è dimezzato) e considerato che il personale degli uffici “che timbra ogni volta che si alza dalla sedia” percepisce delle cifre irrisorie quale accessorie, rispetto ai loro colleghi che lavorano con i politici, con guadagni che vanno sino al 70% in più, ritengo che  questi emolumenti accessori delle strutture speciali, siano privi di liceità e moralità e non dovrebbero ricevere neanche un euro oltre stipendio tabellare.

I Contratti di lavoro, che hanno forza di legge, normano la materia stipendiale fissa e accessoria, pertanto ritengo arbitrario e illegale ciò che succede al Consiglio regionale da molti anni, in special modo, dopo la sentenza della consulta n. 18/2013.

Comunque queste sono opinioni personali che devono essere verificate da esperti, ai quali ho scritto.

Spero che i revisori contabili si pronuncino nel merito.

Carlo Ranieri