Rende 2019, parla Francesco Turco: “La mia candidatura a sindaco del M5s boicottata dal gruppo storico”

di Francesco Turco 

Egregio Direttore,

“Riavvolgiamo il nastro”: è esattamente l’espressione che trovo più pertinente rispetto alla ricostruzione dei fatti, suffragata certamente da qualche fatina turchina molto vicina al “LABORATORIO CIVICO“ unitamente al cinguettio di qualche uccellino sostenitore di Matteo Olivieri (http://www.iacchite.blog/rende-2019-la-commedia-del-m5s-e-lincredibile-profezia-del-laboratorio-cinico/).

Lei mi perdonerà se utilizzo le stesse metafore del suo articolo… mi hanno molto colpito, tanto quanto le inesattezze o per meglio le mezze verità che con superba maestria, tipica della sua penna, ha voluto raccontare in una domenica apparentemente tranquilla nel caldo clima di questa campagna elettorale.

Tutto il romanzo nasce dalle cosiddette “Comunarie”, ai più sconosciute. Uno strumento di democrazia partecipata che non vuol essere in alcun modo definito “le primarie” per distinguerle nettamente da un certo ambiente di sinistra che di sinistra purtroppo non ha praticamente nulla.
Entrando dunque nel merito, a metà gennaio sono stato eletto con 42 preferenze, contro le 12 di Matteo Olivieri, quale candidato sindaco del Meetup di Rende.
Senza assolutamente nulla togliere alla figura di Matteo, apprezzatissimo economista e figura di alto rilievo della nostra terra, la votazione non è stata assolutamente falsata e compromessa, ma è stata semplicemente il frutto di una libera consultazione tra gli attivisti che, probabilmente, hanno ritenuto di premiare il mio attivismo all’interno del M5S.
Ricordo con piacere di essere stato candidato nella lista del M5S alle Regionali del 2014 e di essere stato il delegato (grillino) a presentare la lista alle Comunali di Rende sempre nel 2014.

Avviato il processo di costituzione della lista da me promosso, posso con orgoglio affermare che Matteo Olivieri era esattamente un valido elemento che avrei voluto fosse al mio fianco … ma, lo stesso, per impegni sopraggiunti ha dovuto declinare alla partecipazione.

Tornando invece ai recenti accadimenti, un clima di strano oscurantismo ha iniziato a determinarsi all’interno della nostra compagine, fino all’arrivo di una imprecisa quanto inattendibile notizia di una mia appartenenza alla massoneria.
Chiaramente notizia comoda per qualcuno, assolutamente destabilizzante per un aspirante candidato sindaco grillino !!!
Ed ecco che gli eventi si accavallano, la lista sembra perdere quota, alcuni degli aspiranti consiglieri temono per la loro immagine e rimpiangono il consigliere uscente Domenico Miceli.

Si sparge una voce (totalmente infondata) che La lista potrebbe non essere certificata.
Però, a smentire tale voce mi arriva (l’8 di aprile) dallo Staff nazionale del M5S, tramite la piattaforma Rousseau, una comunicazione con la quale mi viene detto che la mia lista era stata controllata e che volendo avrei potuto procedere o ad eliminare alcuni candidati (incandidabili per le regole del M5S) o ad effettuare ulteriori inserimenti di candidati.
Questo è stato un segno tangibile che io ero titolato a continuare nella costruzione della lista. Ma, nel dubbio che Rende potesse perdere l’opportunità di un sindaco grillino, e soprattutto perché non avevo alcuna voglia di fare polemiche inutili con chi invece di sostenere in maniera leale e coerente la mia candidatura, ha pensato bene di cavalcare l’onda delle fake news, forse perché avevano capito che avrei potuto dare fastidio a qualcuno, magari vincendo le elezioni, ho fatto un passo indietro in favore di Miceli, sulla parola e senza il benché minimo accordo pregresso.

La mia intenzione era quella di fare campagna elettorale e dare agli elettori l’opportunità di scegliere tra un’alternativa veramente credibile ed il nulla rappresentato dall’amministrazione uscente (la peggiore della storia di Rende), cosa che probabilmente ha dato fastidio NON SOLO ai nemici del M5S.
Nessun inciucio, dunque, nessun accordo e nessun clan di appartenenza da lei citato hanno minimamente interferito con la mia scelta.

Anzi, semmai rivendico il mio passato politico, il mio credo socialista (Pertiniano e Partigiano), fatto passare da alcuni manigoldi come una macchia del mio percorso politico.
Con forza sostengo di essere stato solo ed esclusivamente il candidato di me stesso, non certo l’alter ego di Domenico Miceli o di altri.
Tantomeno, e i fatti parlano chiaro, ho in questi momenti boicottato l’entrata in scena di Matteo Olivieri.

Lo stesso sarebbe sicuramente stato il naturale secondo candidato a sindaco ma è evidente che per ragioni che disconosco, non è stato supportato dal cosiddetto “gruppo storico“, lo stesso che non ha inteso accettare anche il solo dubbio di una mia appartenenza alla massoneria. Si è preferito dare credito ad un millantatore piuttosto che valutare e dare fiducia ad una persona che con lealtà e coerenza ha sostenuto le idee del M5S fin dal 2012.

Lungi da me, dunque, e dalla mia persona aver stretto accordi per favorire il Laboratorio Civico, o come è stato a ragione definito Cinico… non fosse altro perché ho pagato personalmente il prezzo di questa candidatura, figurarsi se l’avessi barattata per il consenso di uno schieramento che tra l’altro rappresenta la peggiore esperienza amministrativa dell’intera storia di Rende.

Mi dissocio perciò da questa approssimativa ricostruzione, e tengo a sottolineare di essere stato bistrattato gratuitamente, con la complicità anche del fuoco amico, da una stampa che non ha pensato ad un dovere di cronaca ma ha preferito più di una volta fare lo scoop giornalistico, non curandosi eventualmente del risvolto personale che avrebbe potuto determinare.
La saluto cordialmente.