Rende 2025 e Città unica. Rinfreschiamo la memoria ai partiti: appena 5 mesi fa ci avete trovato ‘u patruni e ora che volete?

Sono passati poco più di cinque mesi ma sembra quasi che qualcuno abbia perso… la memoria. La gran pagliacciata del referendum consultivo su Cosenza città unica con annessione di Rende e Castrolibero si è concluso nella maniera più inaspettata – è vero – con la clamorosa vittoria del No ma in fondo anche nel modo più logico se riusciamo a ragionare con lucidità. Con buona pace dei media di regime che hanno “sponsorizzato” il Sì e hanno preso una di quelle batoste che ancora faticano a digerire. E ora… si vota a Rende e quegli stessi partiti che volevano la città unica ora che vogliono?

Ma procediamo con ordine. La reazione dei cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero non solo è stata di perfetta indifferenza – a Cosenza – ma anche di rabbia – a Rende e Castrolibero – nei confronti di coloro che hanno tramato per arrivare alla fusione calata dall’alto e non è sfuggito a nessuno che erano allineati sul Sì tutti ma proprio quasi tutti i partiti dell’arco politico, da Sinistra Italiana a Fratelli d’Italia. Con la doverosa eccezione di Rifondazione Comunista mentre il M5s se n’è lavato le mani come Ponzio Pilato. Ebbene, come si dice nell’area urbana non unificata… c’hannu trovatu u patruni… 

Tutti si chiedevano come sarebbe finita. Noi non abbiamo dato risposte ma abbiamo raccontato i fatti reali fino all’ultimo giorno. E i fatti ci dicevano con chiarezza che a Rende e a Castrolibero gli unici due politici che, per ovvi motivi, sono contrari alla fusione ovvero Sandro Principe e Orlandino Greco stavano lavorando giorno e notte per arrivare ad una vittoria schiacciante del No. E scrivevamo con chiarezza che era molto probabile che ci riuscissero, soprattutto a Castrolibero, che ormai da decenni è comandata dal piccolo Orlando. Sandro Principe, al contrario, si è dovuto sorbire due sconfitte dal sindaco “Mazzetta” ma dopo il dissolvimento del movimento politico dell’uomo che sussurrava alle banconote dentro le buste, ha ripreso vigore. E proprio da Rende è arrivato il successo più schiacciante, ancora di più rispetto a Castrolibero. Un successo che ha rappresentato la spinta per la sua nuova candidatura al Comune di Rende, che a questo punto e considerato il “vuoto” dei fascisti e l’inconsistenza del Pd è il grande favorito per la vittoria finale. Con grandissimo imbarazzo dei media di regime che stanno cercando senza vergogna di salire sul suo carro.

Rimaneva Cosenza, che era certamente la “battaglia” più importante. Nel territorio cosentino non c’erano politici attestati sulla linea del No come Principe e Greco e stando alla carta il Sì avrebbe dovuto vincere facile, come in effetti è successo, ma mai come questa volta il risultato non era così scontato e mai come questa volta NESSUNO degli addetti ai lavori, a parte noi di Iacchite’, lo aveva previsto. Perché? Ma perché il soggetto che si stava impegnando di più era Mario Occhiuto, il quale nella foga di dare fiato alla sua scadente propaganda, ha preso scivoloni su scivoloni e persino i suoi più impresentabili “clienti” meditavano di boicottarlo o disertando le urne o addirittura votando No nel segreto dell’urna.

Per non parlare dei suoi “camerati” di merende, decisamente blandi nella propaganda e persino disimpegnati, al punto che in molti sussurravano da giorni che persino Orsomarso stesse remando contro… Occhiuto. Orsomarcio, tuttavia, dopo la fase del disimpegno, ha consentito che uno dei suoi “delfini” si candidasse a sindaco a Rende e qui cadiamo nel ridicolo perché è chiaro a tutti che molto presto il “delfino” diventerà “fesso” ma Orsomarcio non ci farà per niente una bella figura…

Quanto al Pd, stendevamo e stendiamo ancora il consueto velo pietoso ma ricordiamo che stiamo comunque parlando di 3000 voti scarsi (a Cosenza, ché a Rende sono molti di meno), che sarebbero stati del tutto ininfluenti. Tradotto in soldoni: il Pd non conta un cazzo (scusate il francesismo). Di conseguenza, l’incognita maggiore per Cosenza sarebbe stata l’affluenza alle urne per il referendum e appariva chiaro che se i partiti non fossero riusciti a portare alle urne tutti i loro servi, si poteva profilare un clamoroso flop del Sì. E alla fine è avvenuto davvero. Della serie: quando la realtà supera anche la più sfrenata fantasia. E adesso ci prepariamo al responso per le elezioni rendesi e ci sarà ancora tanto da… ridere.