Rende, dalla città cancellata alle mani sull’ospedale: come nasce l’asse Occhiuto-Leone-Principe

Meno di un anno fa la malapolitica cosentina era in grande fibrillazione per la gran pagliacciata del referendum sulla città unica. Teoricamente la mazzata del no vincente contro ogni previsione avrebbe dovuto indurre i big a rinunciare al progetto connesso al referendum del celeberrimo Ospedale-Policlinico da collocare nei pressi dell’Unical a Rende. Fallita la prova del referendum, alla malapolitica restava solo una via per salvare capre e cavoli: accordarsi con Sandro Principe, nel frattempo tornato sindaco.

Non è un mistero che il rettore dell’Unical Nicola Leone e Principe sono legati da un’antica amicizia e dal comune ideale socialista. Eppure nella fase del referendum, i loro rapporti si sono deteriorati. Qualcuno diceva addirittura che era una sua “creatura” e adesso gli si stava clamorosamente rivoltando contro, al punto che qualche settimana prima del referendum, Sandro lo aveva platealmente accusato di far parte della “cricca” di Occhiuto. Circostanza che oggettivamente era ed è verissima.

L’ ospedale ad Arcavacata, del resto, l’ha imposto Leone trovando la piena collaborazione di Occhiuto in tutte le fondamentali fasi di preparazione e sempre lui sta gestendo la facoltà di Medicina come un’arma contundente per menare a destra e a sinistra e ottenere consensi nella popolazione che vuole sanità.
Insomma, Leone ha praticamente investito tutto sull’intelligenza artificiale e su Medicina chiamando moltissimi professionisti calabresi che lavoravano fuori regione e anche all’estero. Però con la mazzata del referendum tutto sembrava dovere andare in malora. Ed è qui che entra in gioco il Sandro Principe ritornato sindaco. La mediazione di Leone e Occhiuto non può che aver fatto leva sugli interessi edilizi, non serve uno scienziato per capirlo e il problema della città unica non si pone più. O meglio, non serve perché nessuno lo metterà più all’ordine del giorno. L’ospedale-policlinico risolve tutti i problemi di Leone, che con le carte dell’accordo in mano mette in cassaforte le adesioni che ha ricevuto e che a un certo punto stavano vacillando. Ma risponde in pieno anche ai desiderata di Occhiuto, che è il garante politico dell’operazione e di Principe, che rappresenta la chiusura ideale del cerchio. Il fine giustifica i mezzi, diceva Machiavelli e così è stato. E pazienza se a Cosenza qualcuno fa finta di essere arrabbiato.