Siccome ci interessa il buon governo del territorio, siccome amiamo il nostro Quartiere e siccome siamo pignoli e studiamo le carte vediamo un po’ come funziona, oramai un po’ dappertutto e non solo nel Comune di Rende (ma questo non ci consola) la manutenzione dei fiumi e la “potatura” degli alberi.
Premesso che la procedura è sostanzialmente legale ma anche che a nostro avviso non rappresenta una buona prassi amministrativa, ricostruiamo il meccanismo attraverso la Determina n. 273 del 16/12/2014.
Il Dirigente del Settore Lavori Pubblici evidenzia come “si renda necessario provvedere con urgenza alla messa in sicurezza degli alvei fluviali mediante pulizia degli stessi da canneti, rovi e alberi pericolanti nonchè al taglio degli alberi a rischio caduta”.
Considerato che due ditte specializzate fanno richiesta all’Ufficio Tecnico Comunale rendendosi disponibili GRATUITAMENTE all’esecuzione dei lavori, al pagamento di ogni onere all’espletamento delle attività , all’ottenimento del rilascio di tutte le autorizzazoni necessarie in cambio (art. 1 comma 2) o meglio “a condizione che il materiale legnoso venga dato alla stessa ditta esecutrice a compenso dei lavori medesimi” (Traduciamo, tu azienda mi fai i lavori gratuitamente ed io ti pago in natura), ci chiediamo – essendo sempre i soliti malpensanti: non è che il Comune che ha un bilancio dissestato si è messo d’accordo con la ditta per un tot di alberi sani o marci in cambio dei lavori di manutenzione realizzati nell’alveo dei fiumi?
A dire il vero, nel migliore dei mondi possibili, questa pratica sarebbe addirittura geniale se effettivamente la ditta tagliasse solo gli alberi pericolanti e marci. Purtroppo, al contrario, conosciamo le dinamiche del nostro mondo imperfetto e quando la ditta ti dice che deve tagliare “una quarantina di alberi”, comincia da quelli verdi dicendo che nella lista non ci sono tre alberi secchi segnalati dal comitato da sei mesi e procede a tentoni chiedendo ai residenti quale albero è più opportuno tagliare, qualche dubbio viene.
Il dubbio dilaga quando poi nella determina si legge che la ditta procede “allo smaltimento del materiale legnoso estratto dai lavori in oggetto, presso gli impianti a biomassa”. Il cerchio si chiude, il bilancio in rosso, l’urgenza della messa in sicurezza, il patrimonio naturale del verde urbano da “valorizzare”, la centrale a biomasse che insiste in un’area già fortemente inquinata (zona ex Legnochimica).
Ricordiamo che le centrali a combustione diretta di biomasse hanno un impatto ambientale molto gravoso. Tutte le biomasse bruciate liberano in atmosfera quantità enormi di sostanze altamente inquinanti che per ricaduta vanno ad inquinare l’ambiente e in particolare i terreni agricoli, oltre a formare ulteriori aggregazioni chimiche inquinanti che vanno a depositarsi anche nei polmoni di animali e umani. Infatti a temperature elevate, fino ad 800° C, gli impianti liberano fumi con molte sostanze inorganiche che volatizzano per poi ricombinarsi sotto forma di polveri sottili ovvero di particolato. Ovviamente, vista la vicinanza, la centrale a biomasse della zona industriale di Rende produce i suoi effetti negativi anche sul nostro Quartiere.
Comitato di quartiere del Villaggio Europa