Rende, emergenza rifiuti. Manna, Aceto e Superbo, giù la maschera: non si specula sulla salute della gente

Né qui, né altrove! Per un nuovo Piano di smaltimento dei rifiuti

Oggi a Rende è di nuovo emergenza! Un metodo ormai noto, uno strumento di governo per imporre scelte alle popolazioni. Emergenza voluta da chi? Da quelle stesse classi dirigenziali che oggi affermano di essere responsabili.

Nel comunicato della Calabra Maceri apprendiamo che oggi non ci sarà la raccolta della frazione indifferenziata nonostante la stessa società il 13 luglio sia stata autorizzata, con un’aggiunta al contratto, a conferire i rifiuti fuori regione. Una scelta irrazionale dovuta all’assoluta incapacità della politica, a tutti i livelli, di trovare la via maestra di una gestione logica.

Nello stesso comunicato, l’azienda ripresa dal Comune afferma altresì che continuerà normalmente la raccolta dei rifiuti differenziati che, quindi, non rappresentano un problema sistemico.

L’indifferenziato ha bisogno di impianti di selezione, discariche o inceneritori. Il differenziato di impianti per il riciclo. Se questo è vero allora la politica dovrebbe applicarsi alle soluzioni reali e non a creare tamponi momentanei. Le soluzioni passano dal blocco della produzione di materiali non riciclabili, dalla raccolta di quelli che hanno esaurito il loro compito, diventando rifiuti, e infine dal loro riciclo e riutilizzo. Questo deve essere scritto in un Piano dei Rifiuti che sia razionale e lungimirante. Lo chiediamo da almeno dieci anni, inascoltati. Oggi contempleremmo tutta un’altra situazione.

Che i Sindaci riuniti nell’ATO ci spieghino perché, nella provincia di Cosenza, non raggiungiamo percentuali di raccolta differenziata che vadano oltre l’80%. Cari Sindaci, chiedetelo a quelle comunità che, secondo i dati ARPACAL, riescono a raggiungere queste prestazioni da anni.

TERRANOVA DA SIBARI 81,22
SAN BENEDETTO ULLANO 83,61
FRASCINETO 86,42

 

Che si chieda conto, si commissari, si sollecitino le dimissioni di chi invece ha prestazioni risibili:

CORIGLIANO-ROSSANO (6) 40,73
SAN LORENZO BELLIZZI 40,20
CLETO 40,09
LAINO CASTELLO 36,66
SAN SOSTI 35,56
LUZZI 33,18
CALOPEZZATI 33,04
CAMPANA 32,54
ACQUAFORMOSA 32,26
BOCCHIGLIERO 31,92
BELMONTE CALABRO 31,88
TARSIA 31,70
MONTEGIORDANO 31,45
LUNGRO 29,92
BONIFATI 29,71
CALOVETO 28,60
FIRMO 27,89
ACQUAPPESA 26,51
CETRARO 25,48
MANDATORICCIO 19,95
ALESSANDRIA DEL CARRETTO 18,28
PLATACI 11,90
FRANCAVILLA MARITTIMA 10,94
FALCONARA ALBANESE 8,82
MOTTAFOLLONE 4,44
AIETA 2,77
CERCHIARA DI CALABRIA 2,59
ORIOLO 1,65
SAN PIETRO IN AMANTEA 0,34
ALBIDONA 0,00
BELSITO 0,00
CANNA 0,00
CASTROREGIO 0,00
NOCARA 0,00
PAPASIDERO 0,00
VERBICARO 0,00

La percentuale complessiva nella provincia di Cosenza supera di poco il 50%. Questo significa interrare o incenerire il restante 50% di rifiuti mentre dovremmo ragionare da decenni intorno al 15 o al 20 % al massimo.

Ora, per costruire un ecodistretto − per inviare quanto selezionato in un inceneritore che poi produce fumi e ceneri che comunque dovranno essere stoccate in discariche speciali – ci vogliono circa 3 anni, verosimilmente 5 o 6 in Calabria visto che si deve passare tra le maglie di mazzette, aziende amiche e ‘ndrangheta. Le stesse mazzette, aziende amiche e ‘ndrangheta che gestiranno gli impianti, bruciando e sotterrando di tutto come da anni emerge in molteplici inchieste giudiziarie. Solo l’avvocato Manna è così estraneo al territorio e alla sua categoria da disconoscere le “particolarità” criminali del nostro territorio tanto da stupirsi della mancanza di fiducia dei calabresi nei confronti delle istituzioni e dei gestori del settore dei rifiuti.

Al contrario, per raggiungere percentuali di raccolta differenziata superiori all’80% basta solo un anno e un po’ di coraggio politico, buona volontà e programmazione. Oppure davvero crediamo che la popolazione di Aieta, Oriolo o Corigliano-Rossano sia meno civile e meno intelligente di quella che risiede a San Benedetto Ullano o a Frascineto? Non sarà per caso un vantaggio culturale che gli arbereshe hanno nell’amministrazione della cosa pubblica? Allora che arrivi un nuovo Skanderbeg che ci tiri fuori dal pantano! No, semplicemente gli amministratori dei comuni più virtuosi sono stati in grado di implementare un sistema di raccolta dei rifiuti davvero funzionante.

Allora, se per il mega ecodistretto (come quello che si sarebbe voluto costruire a Villapiana, incuranti della naturale inclinazione del territorio e con tutto un paese contro) ci vogliono 6 anni, mentre per implementare il servizio nei piccoli comuni con tanto di dotazione “micro” impiantistica occorre circa un anno, come mai la strada scelta è la prima e non la seconda? Lo chiediamo anche all’assessore “Ultimo”, ricordandogli che la grande impiantistica localizzata porta con sé un’ottica capitalistica di massimizzazione del profitto per le aziende private, le uniche, infatti, che in questi anni hanno accumulato ingenti fortune!

All’assessore che è stato anche comandante dei NOE nonché l’emblema per la lotta alla mafia ricordiamo le parole dell’ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone che nel corso di un’audizione alla Commissione bicamerale Ecomafie, aveva lanciato un grido di allarme sulla gestione degli ATO (Ambito Territoriale Ottimale rifiuti), sul rischio di commistione pubblico e privato e sul possibile monopolio di operatori del settore con bandi di gara caratterizzati spesso dal meccanismo dell’abito su misura.

Giù la maschera, assessori, sindaci in cerca di royalties, privati accaparratori e consiglieri di maggioranza in cerca di un posto per il congiunto. Sui servizi essenziali non si specula, sulla salute dei cittadini non si contratta, sull’ambiente non si mangia.

Al Sindaco e Presidente Manna che parla di responsabilità e di politica alta (sic!), al Consigliere Aceto che in aggiunta all’ecodistretto vorrebbe addirittura un mega termovalorizzatore/inceneritore, al Consigliere Superbo che parla di posti di lavoro e azzeramento della bolletta diciamo che le scelte politiche non devono seguire le regole del mercato e del profitto ma vanno prese a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Associazione ambientalista Crocevia

Comitato Ro.Mo.Re.

Comitato di Quartiere Villaggio Europa

RASPA Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela