Rende: Giunta sì, Giunta no, nu curricurri (di Franco D’Ambrosio)

di Franco D’Ambrosio

Un mio amico avvocato, amico del cuore, anche politico, onesto ed acuto, ieri mi ha detto: “Tu pensi che i cittadini rendesi si accorgono che non c’è una Giunta? Io penso di no. hanno altri guai a cui pensare.”
Forse ha ragione.

Osservo solo che la legge prevede che ogni città abbia un sindaco ed una Giunta, a meno che non ci siano problemi e venga nominato un commissario. Ed anche in questo caso, il commissario assume le funzioni di sindaco, Giunta e Consiglio.
Se la legge lo prevede è giusto che ci siano.
Ed invece a Rende anche questo è divenuto un optional, per un sindaco che ha stravinto le elezioni ed in tre anni ne ha cambiato già due o tre e non trova pace.
E sempre ieri, un grande ex sindaco di Cosenza, anch’egli mio compagno ed amico del cuore, mi ha detto: “Franco, un sindaco deve volare alto, lasciare tracce, segni. Un sindaco non deve essere un burocrate, senza sogni, aspirazioni e spessore”.
Ha ragione anche lui.

Per pulire una strada, costruire una scuola, illuminare una piazza non c’è bisogno di un sindaco, bastano un geometra od un ingegnere.
Un sindaco deve essere rispettoso del mandato ricevuto, dare concretezza alle promesse, saper essere fedele interprete del volere popolare.

Marcello Manna, che ha stravinto le elezioni, finora non si è distinto per questo.
Ha trovato debiti, e chi non ne ha, quale comune non ne ha, e per tre anni si è difeso sostenendo d’aver trovato un “buco” profondo, e lo ha detto anche FROSPARO, parlando dal palco di Acri.

Franco D’Ambrosio

Ma ora i debiti non sono più un alibi, attenuanti generiche di uno stato di assoluta mediocrità, per la quale i cittadini sembrano essersi ricreduti.
Ovviamente solo gli elettori diranno se questi giudizi sono veri, oppure strumentali.
Però, che cavolo, il sindaco Manna afferma, promette, giura, “…in pochissimi giorni presenterò la nuova squadra, oppure ne tirerò le conseguenze, mi dimetterò in Consiglio…..”, ma non mantiene.
E’ recidivo, perché in questi mesi ed anni più volte ha detto: “faro presto, farò presto”, ma non lo ha fatto.

Sì, si può vivere così, la città va avanti, ma un professionista stimato non può pensare di tirare la corda. Quella corda ormai è prossima allo strappo.
Si è, a suo dire, liberato da ricatti, condizionamenti e legami frenanti. Non ci ha detto se si riferiva a qualcuno o qualcosa, ma lo abbiamo capito. Si riferiva a quella parte della coalizione che lo ha fatto vincere. La parte “gentiliana”, forte di consensi e forza. Gli è servita, quella parte, per vincere, ma ora la considera un “freno”. Freno per cosa? Freno contro chi? Manna questo non lo dice, limitandosi a fare un discorso sul “civismo”, oggi edulcorato di “Pisapismo”. Manna riscopre il suo “senso di sinistra”, ma gli elettori rendesi lo han votato, credo, per altro.
Peccato, un’alternativa invocata per 62 anni si è rivelata inutile.
Però…, però quel che residua delle opposizioni non sembra cogliere il valore di questa opportunità. Silenzio tombale da quelle latitudini.