Il 13 luglio 2019 si registra la scarcerazione di Adolfo D’Ambrosio, che risulterà anche circostanza decisiva nel chiarire ed inserire elementi di riscontro rispetto al sostegno elettorale in favore di Marcello Manna. In data 17 luglio 2019, dalla conversazione intercettata in modalità telematica, si registra un incontro tra Massimo D’Ambrosio, Ivan Montualdista, Eugenio Filice e una donna non identificata. Nella circostanza, Massimo D’Ambrosio, parlando anche per conto del fratello Adolfo, incalza gli interlocutori e in particolare Eugenio Filice, sulla stringente necessità di organizzare un incontro diretto tra Adolfo D’Ambrosio e Marcello Manna, nuovamente eletto sindaco, in modo da “riprendere i discorsi per il fatto del Palazzetto” in relazione agli “impegni presi” dal Manna anche perché i fratelli D’Ambrosio, nel frattempo, si sono organizzati, trovando la “persona pulita” cui chiaramente intestare attività o commesse pubbliche.
Massimo D’Ambrosio chiede quindi se Pino Munno si stia facendo vedere, atteso che Munno è il primo a dover dare certezze sull’affidamento del Palazzetto e che comunque è lui che deve fare l’imbasciata a Manna per l’incontro e per l’oggetto di tale incontro. Le frasi pronunciate da Massimo D’Ambrosio appaiono fin troppo eloquenti…
Massimo D’Ambrosio: Pinuzzu si sta vedendo? Sta venendo?
Eugenio Filice: MUNNO? Tutti i giorni
Massimo D’Ambrosio: Pinuzzu mi deve dire se ce lo dà o non ce lo dà… O me lo dice lui quando dobbiamo andare da MANNA… mio fratello vuole parlare con MANNA per il fatto del Palazzetto… siccome aveva pigliato l’impegno che Manna ce lo faceva pigliare… adesso ripigliamo i discorsi prima che dopo è troppo tardi… mi deve dire che devo fare e che non devo fare… perché la persona pulita c’è… lui deve parlare per forza con Manna… se ce la fa lui l’imbasciata…
Eugenio Filice: Come lo vedo glielo dico… Glielo dico, gli dico vedi che mi ha detto Massimo che il fratello vuole parlare col sindaco… assolutamente il prima possibile…
Massimo D’Ambrosio: Fissami un appuntamento perché se no dobbiamo andare domani al Comune, però poi non so se di giovedì c’è…
Sempre nella giornata del 22 luglio 2019 nella conversazione telematica si registra la diretta partecipazione al dialogo di Adolfo D’Ambrosio, il quale mette in chiaro la linea che fin qui era emersa soltanto attraverso le parole del fratello Massimo, attesa la detenzione di Adolfo.
Adolfo D’Ambrosio dice di voler fare “le cose belle belle” iniziando a mettere le mani già sui lavori di adeguamento/completamento del Palazzetto, che sono iniziati ufficialmente il 3 aprile e quindi meno di 4 mesi prima, così da iniziare “a prendere pure qualcosa nel frattempo” per poi arrivare, con maggiore e specifico interesse, “a pigliare specialmente le scommesse, il bar, il tabacchino”, sempre attraverso “uno pulito”, chiaramente un prestanome che non attragga dinieghi prefettizi, investigazioni o controlli fiscali.
Alla domanda di Montualdista se avesse già parlato di tutto questo a Manna, Adolfo D’Ambrosio risponde in maniera sostanzialmente affermativa, riportando l’invito del Manna a presentare un progetto in questi termini.
Ed ancora nella medesima giornata del 22 luglio 2019, Massimo D’Ambrosio anticipa alla moglie che di lì a breve dovrà avere un incontro proprio con il sindaco Manna in compagnia di un terzo cosiddetto “lui”, che non può che essere il fratello Adolfo. Nella successiva conversazione telematica, sempre del 22 luglio, qualche ora dopo, sempre con la moglie, Massimo D’Ambrosio riporta il contenuto dell’incontro prima preannunciato e quindi avvenuto tra lui, il fratello e Marcello Manna presso la sede del Comune di Rende.
Massimo D’Ambrosio racconta quindi di avere incontrato insieme al fratello Adolfo l'”avvocato” all’interno degli uffici del Comune di Rende. Nel racconto, spiega alla moglie come in precedenza. sempre con riferimento all’affidamento dei servizi del Palazzetto, Manna era stato impossibilitato a bandire una gara e ad affidare i servizi ai D’Ambrosio in quanto pressato dall’esistenza di continue attività investigative dell’autorità giudiziaria distrettuale (testualmente: “All’epoca ha detto che non abbiamo potuto fare un’altra gara… se ti dico che tutti i giorni la Dda veniva qua… l’abbiamo dovuto chiudere questo cazzo di coso… mai lo chiudevamo e mai ce li cacciavamo di dosso…”).
Massimo D’Ambrosio racconta quindi che alla rinnovata richiesta di Adolfo di ottenere la gestione del Palazzetto, adesso per il Manna non vi sarebbero problemi, tanto che lo stesso sindaco lo invitava a fornirgli il nominativo della persona cui intestare, per suo conto, le attività di gestione del bar e del tabacchi (testualmente: “Se ora ci vuoi tornare ha detto… ora io faccio la gara e apro il bando… e qual è il problema ha detto… gli ha detto il fatto del Palazzetto… ha detto mancano altri 200.000 euro per finirlo… ci sono delle ditte che lo vogliono… lo finiscono loro e lo dò… ha detto: portami il nominativo… che firmiamo il bando… che lui gli ha detto voglio la gestione… ci voglio fare il bar… il tabacchino… ha detto portami questo qua…”).
Nelle successive conversazioni telematiche del 24 luglio 2021 in riferimento al dialogo intervenuto tra i fratelli D’Ambrosio, questi tornano insistentemente sui dettagli dell’affare legato al Palazzetto dello Sport. Anzitutto, i due fratelli D’Ambrosio partono dal presupposto di avere già in tasca l’aggiudicazione dell’appalto di gestione dei servizi, tanto che Adolfo spiega al fratello di voler intervenire già in questa fase di definizione degli ultimi lavori, al fine di imporre modifiche strutturali (facciata, bagni eccetera) al Palazzetto già in questa fase, cioè prima ancora di qualsiasi affidamento, in modo che la struttura sia più funzionale alle loro esigenze future allorquando prenderanno la gestione.
“Se c’è qualche modifica di là e me la deve fare dal lato di qua io mi riservo la facciata del pubblico e dal lato di qua io devo fare la facciata di fuori”… “Io voglio due bagni: bagno pubblico e bagno nostro, io voglio che di là posso servire quelli che rimangono all’interno…”… “C’è la comodità perché i portici là che cazzo me ne devo fare e quindi se si deve fare qualche modifica ci dobbiamo capire ora, parliamo ora in silenzio e chiudiamo la pratica, tu gli devi fare capire che noi vogliamo che il locale deve essere fatto”… “Se devono fare una modifica, che devono tagliare una parete interna, per affacciare, la fanno, e si ragiona con l’ingegnere…”… “A me mi deve fare una modifica della parete…”.
Il tono di Adolfo D’Ambrosio è perentorio, laddove le sue idee progettuali non appaiono mere proposte ma indicazioni tassative che devono essere realizzate, senza margine di apprezzamento. Inoltre, si comprende come la gestione dei servizi pretesa da Adolfo D’Ambrosio sia totale, cioè riferita a tutte le attività che insistono intorno al Palazzetto.
Le espressioni di Adolfo D’Ambrosio sono ancora più eloquenti nel modo e nel contenuto anche quando pretende di chiudere una volta per tutte questa “pratica” con Manna, il quale deve essere ancora più chiaro sull’affidamento del Palazzetto. Infine, spiega che ha fretta di definire tutto quanto prima, anche perché poi egli “non si vuole far vedere più”, chiaramente per evitare ogni attenzione investigativa che possa disvelare la riconducibilità a lui della gestione sostanziale del Palazzetto (testuale: “Pinù, fai con calma che io poi non mi voglio far vedere più”). Il riferimento è a Pino Munno, che è la terza persona che partecipa al dialogo con i fratelli D’Ambrosio e alla quale ci si riferisce per poter organizzare il secondo incontro con il sindaco Marcello Manna finalizzato a sollecitare la definizione dell’affare del Palazzetto.
Ma prima di arrivare al secondo incontro tra Manna e i boss del gruppo D’Ambrosio, è più che mai opportuno e necessario fare un salto in avanti con la narrazione e introdurre il “segreto di Pulcinella” della parte rendese del blitz di Gratteri ovvero l’identità della “testa di legno” alla quale è stata affidata la gestione del Palazzetto dello Sport di Villaggio Europa a Rende. Ormai lo sanno tutti, è il parente diretto di un boss…
Ad un certo punto della loro narrazione, i pm della Dda di Catanzaro fanno il punto sulle attività mafiose di Manna e dei suoi compari riepilogando una serie di fatti essenziali per capire gli intrecci mafiosi ed emerge un quadro estremamente preciso dello stato dell’arte nella città d’oltre Campagnano.
In particolare, “appare molto chiara la triangolazione tra i vari soggetti coinvolti nell’organizzazione del sostegno elettorale a Manna, con particolare riferimento a Massimo D’Ambrosio, Eugenio Filice (il fisioterapista a disposizione) e l’assessore Pino Munno”.
Già nelle conversazioni del 10 e 11 marzo 2019 allorquando in sintesi iniziava di fatto la campagna elettorale, pur non essendo ancora attiva l’intercettazione su Pino Munno, si deduceva che era proprio lui il soggetto con cui fissare l’incontro. In data 8 aprile 2019, il servizio di controllo e pedinamento presso la clinica dove il Filice lavora come fisioterapista, registrava l’incontro tra Filice, Sandro Perri della Rende Servizi e Massimo D’Ambrosio. Nelle conversazioni del 17 aprile 2019 D’Ambrosio chiama Perri per concordare la riunione per scopi elettorali e subito dopo D’Ambrosio chiama Filice dicendogli di informare l’assessore e dopo di questo parla con Munno, che risulta già al corrente dei fatti perché infiormato dal Filice.
Nella conversazione del 19 aprile 2019 Massimo D’Ambrosio chiama Filice per fissare un appuntamento alla Cep (Villaggio Europa). Subito dopo D’Ambrosio chiama Perri e gli dice: “Siccome mi ha chiamato Eugenio… Munno non vuole venire perché gli hanno detto che tuo padre (detto Franco u sciacallo) vuole dare il voto a Massimiliano De Rose…”. In tale contesto si ha anche il riferimento ai media che riportano articoli sull’aumento delle ore di lavoro agli operai della Rende Servizi. E in un’altra conversazione nella stessa giornata D’Ambrosio chiama Pino Munno e fa riferimento al fatto che era passato da Filice e che era “tutto a posto”.
Il 22 maggio 2019 durante una cena tra pochi intimi, Massimo D’Ambrosio alla presenza di Eugenio Filice discute, oltre che di dinamiche criminali, anche del suo appoggio a Pino Munno a discapito di 100 euro a voto nonché si parla della promessa fatta da Manna davanti a suo cugino Orlando Scarlato per la gestione del Palazzetto dello Sport. Nella conversazione telematica del 3 giugno 2019 D’Ambrosio discute con Filice al quale dice di portare Pino Munno a casa sua per chiedere conto delle promesse fatte.
Il 17 giugno 2019 Massimo D’Ambrosio insieme a Ivan Montualdista chiede a Eugenio Filice, per conto del fratello Adolfo, appena uscito dal carcere, di prendere accordi con Pino Munno, che a sua volta avrebbe dovuto parlare con Manna e organizzare questo incontro. Motivo dell’incontro risulta sempre l’assegnazione e la gestione del Palazzetto dello Sport di Rende.
In tal senso D’Ambrosio rivolto a Filice diceva testualmente: “Pinuzzu (Munno) si sta vedendo? O me lo dice lui quando dobbiamo andare da Manna… Vuole parlare con Manna mio fratello per il fatto del Palazzetto… Siccome aveva pigliato l’impegno che Manna ce lo faceva pigliare… ripigliamo adesso i discorsi… prima che dopo è troppo tardi… Mi deve dire che devo fare e che non devo fare… Perché la persona pulita c’è… (è Christian Dodaro, cugino dei Di Puppo, che alla fine vincerà il bando di gara per la gestione del Palazzetto dello Sport, ndr)… Lui deve parlare per forza con Manna… se ce la fa lui l’imbasciata…”.
A seguire, il Filice diceva: “Come lo vedo glielo dico… Gli dico vedi che mi ha detto Massimo che il fratello vuole parlare con il sindaco… assolutamente il prima possibile”.
E non solo: il 27 gennaio 2020 Massimo D’Ambrosio chiederà a Eugenio Filice di concordare un appuntamento tra lui e il fratello Adolfo. L’appuntamento arriva il 28 gennaio 2020 e subito dopo Filice chiama Manna sul telefono dicendogli che gli deve parlare cin una certa urgenza. Manna aveva il telefono spento e appena lo riattiva chiama Pino Munno e gli chiede il numero di Filice. Subito dopo Munno chiama Filice e lo informa che lo sta cercando il sindaco. Quindi il 30 gennaio 2020 Adolfo D’Ambrosio chiama il fratello Massimo per chiedergli se Eugenio Filice gli ha fatto sapere una risposta. Eugenio dice che Manna è a Firenze. Il 7 febbraio 2020 Massimo D’Ambrosio chiama Filice per andare a parlare insieme presso lo studio legale di Manna… A breve, la “cronaca” dell’incontro.