Rende, il depuratore scarica direttamente nel Crati nel silenzio generale

Maximiliano Granata,e Occhiuto

Oggi torniamo a scrivere di depurazione. Un filone che nasconde interessi inconfessabili e che da qui a qualche mese o sbloccherà milioni e milioni di euro per i soliti amici degli amici o finirà nel mirino della magistratura corretta e onesta. Quando parliamo di magistratura corretta e onesta, ovviamente, non ci riferiamo ai magistrati della procura di Cosenza. E non fatevi ingannare dalla “finta” operazione di sequestro del depuratore di stamattina, sapete bene che a Cosenza nulla è come appare…

Tutto è legato al bando di gara costruito su misura per la General Construction, oggi Geko. Protetta ai massimi livelli, nell’ordine: dai servizi segreti, dei quali il deus ex machina dell’azienda, tale Alfonso Gallo da Napoli, è un massimo esperto; da Marco Minniti; dalla procura della Repubblica di Cosenza (la moglie del presidente della stazione appaltante, il Consorzio Valle Crati, è un giudice della sezione penale del Tribunale). E, in seconda battuta, da tutti coloro che tacciono pur sapendo che ci troviamo davanti ad un imbroglio di proporzioni gigantesche. La gara infatti è un affare complessivo da oltre 200 milioni di euro in quindici anni di gestione. 

L’operazione di oggi, che coinvolge direttamente la Geko, non è per niente un “affronto” all’azienda ma semmai un “assist” per cercare di liberarsi di noie molto ma molto più grandi.

L’INQUINAMENTO
Il presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata (tornato da poco tempo alla guida del carrozzone dopo aver scontato una interdittiva di un anno per corruzione e voto di scambio) continua a dire che il depuratore di contrada Coda di Volpe di Rende funziona a pieno regime e che lo certifica anche l’Arpacal.

Maximiliano Granata
Maximiliano Granata

Ma omette di dire che la situazione è molto grave perché permane ancora la rottura della briglia sul torrente Settimo, briglia che consente l’adduzione dei reflui di Montalto Uffugo al depuratore. I reflui di Montalto, di pertinenza del Consorzio, vengono scaricati direttamente nel Crati.

Ha protestato vivacemente anche il Comune di Montalto eppure Granata nega l’evidenza. Non solo. Visto che sono stati eseguiti tanti lavori da parte della General Construction, oggi Geko, società gestrice dell’impianto, pare addirittura per 1 milione di euro, come si evince dal bando, perché non si è intervenuti a risolvere questo gravissimo problema?

Per molto tempo tutte le attenzioni si sono concentrate, anche giustamente, sulla vergogna dell’area dell’ex Legnochimica. Ma, a pochi chilometri di distanza, quanto avviene per il depuratore di contrada Coda di Volpe è altrettanto grave.

La speranza è che si possa decidere di intervenire in maniera fruttuosa anche su questo “scandalo”, certamente più grave e preoccupante di quello dell’area dell’ex Legnochimica. Il problema è che in questo caso, a differenza della Legnochimica, ci sono da toccare interessi inconfessabili. Incrociamo le dita… e speriamo che almeno si ponga un argine a questo disastro ambientale.