Le determine sui tagli gratuiti degli alberi cittadini non proliferano solo a Rende e non sempre le procedure di affidamento dei lavori sono legali, così come abbiamo scritto nei giorni scorsi.
Infatti, basta dare uno sguardo ad alcuni atti dell’amministrazione bruzia di qualche tempo fa per capire che i lavori di semplice potatura sono diventati un business enorme e che sono affidati con procedure irregolari. Il servizio a titolo gratuito e senza alcuna spesa per l’Amministrazione comunale di Cosenza per quanto riguarda il disboscamento, il taglio di alberi, di canneti e rovi, compresi il trasporto e lo smaltimento, sul territorio comunale fu affidato nel 2015 (ottobre) alla società CO.IMM.SAS, con determinazione dirigenziale n. 2414 del 29-9-15 del Settore 8 – Ambiente e edilizia privata, che rettificava la determina n. 2399.
Dal 1° ottobre 2015 al 31.12.2016 la società si sarebbe dovuta occupare, tra l’altro di “disboscamento della vegetazione arborea lungo gli alvei dei corsi d’acqua ove necessario; recupero e successivo smaltimento di alberi spezzati, sradicati e danneggiati da calamità naturali (neve, incendio etc.) presso gli eventuali lotti boschivi di proprietà comunale; taglio e pulitura dei boschi di proprietà comunale”.
La determina in questione era irregolare perché mancava il disciplinare, ovvero mancavano i riferimenti alle modalità di svolgimento dei lavori. Cioè, non era stato stabilito tra le parti, amministrazione comunale e ditta, quali e quanti alberi tagliare, in che modo e perché. È bene dire che il comune di Cosenza è anche proprietario di alcuni boschi nel territorio di San Giovanni in Fiore e per questi, il taglio e la pulitura, secondo al determina citata, affidati gratuitamente alla società CO.IMM.SAS, fa nascere diversi dubbi sulla gratuità del servizio.
Dubbi che possono essere fugati se, in mancanza anche di disciplinare, la legna ricavata dai tagli nei boschi silani appartenenti al comune e dai tagli degli alberi fatti a pezzi in città, non rappresenta la contropartita per il lavoro fatto. Ci si chiede: chi controlla se i tagli nei boschi comunali sono necessari o se gli alberi cittadini sono da eliminare o possono essere salvati?. La società a cui è stato affidato il servizio avrebbe tutto l’interesse a tagliare indiscriminatamente gli alberi per fare cassa. Se leggiamo tutta la determina, si evince che la società provvederà “allo smaltimento, a propria cura e spese, del materiale legnoso estratto dai lavori in oggetto presso gli impianti a biomassa”. Non solo lavoro gratuito, dunque, anche smaltimento gratuito, visto che la ditta si è impegnata ad effettuare lo smaltimento a sue spese. Nel territorio di Rende sorge una centrale a biomasse, e qui potrebbero finire gli alberi tagliati in città e nei boschi di proprietà del comune cosentino. Nessuno sa cosa rimane dei boschi comunali e se la ditta affidataria del servizio ha avuto un ritorno economico dallo smaltimento. E a Cosenza e Rende hanno fatto determine fotocopia. C’è da aggiungere altro?