Rende, le (strane) regole del commercio e dell’edilizia secondo Marcello Mazzetta: il caso Pasquale Vena

Marcello Manna

Se a Cosenza la corruzione ed il malaffare dilagano e sono rappresentati dal muso cadente dell’ex sindaco cazzaro e da tutta la sua banda di truffatori, che continuano a governare tranquillamente grazie al pieno accordo con il “nuovo” sindaco Franz Caruso della famiglia degli incappucciati, a Rende la combriccola che fino a poche ore prima dello scioglimento si muoveva con il sindaco “pentito” e “ballerino” Marcello Manna, ormai noto a tutti – visti gli ultimi eventi – anche e soprattutto come Marcello Mazzetta, non gli è certo da meno. Diciamo pure che ormai si ragiona da anni nell’ottica della città unica della massomafia, visto e considerato che i personaggi sono sempre gli stessi. 

A Rende ci sono una serie di uffici più importanti, dove gira la pila per capirci, che vanno come tira il vento, e dove, naturalmente, tutti i faccendieri di Marcello Manna si fanno i fatti loro, per usare un eufemismo.

La cartina di tornasole di questo continuo “magna magna” è rappresentata dalle condizioni economiche di Pasquale Vena, un geometra del Comune prima cacciato da Cavalcanti e dal commissario Valiante per evitare di farlo arrestare, ma poi magicamente reintegrato da Marcello Mazzetta ed addirittura elevato a rango di funzionario responsabile del procedimento nelle pratiche di rilascio delle licenze edilizie. Notizie importanti puntualmente assunte dal prefetto Reppucci, che le ha consegnate al Viminale dopo un’accurata ricerca di tutte le magagne del Comune, peraltro note anche ai sassi di piazza Borromeo. E che naturalmente non facevano parte della penosa operazione della procura di Cosenza, funzionale solo agli interessi di Manna, vecchio compagno di merende del procuratore Gattopardo.

comune-di-rende A Rende ormai il geometra Vena era diventato una specie di feticcio: mitici, per esempio, i suoi incontri con gli amici degli amici al Quinto Caffè. E come se non bastasse, questo signore pare che abbia stabilito la sua dimora in una villa di tipo hollywoodiano e che da qualche tempo stia acquistando immobili in varie parti d’Italia, soprattutto a Roma.

Ebbene, il geometra Pasquale Vena è uno di quelli che dà le varianti (al piano regolatore) a na lira, l’ultima magia è stata la trasformazione di un locale-deposito a bar, concesso alla pompa di benzina del signor Metallo, aperta con gran clamore e manifesti sui muri  e sulle tabelle della pubblicità mafiosa sulla SS19 nei pressi del pezzo di Viale Parco chiuso per anni.

I soliti bene informati dicono che, dopo aver inghiottito un milione e mezzo di euro già stanziati e dei quali non si ha più notizia, questo pezzo di Viale Parco nelle mani di Marcello Mazzetta ha avuto ancora bisogno di 300mila euro per essere aperto. Ma nessuno ci crede, ovviamente. Non all’arrivo dei soldi (quelli arriveranno, tranquilli) ma all’apertura del pezzo di strada rispettando la legalità…

Tornando al “magnifico” Pasquale Vena, è sua la “genialata” della trasformazione dei locali di sgombero sotterranei in edificio commerciale di 2000 metri quadri del palazzo su via Marconi che il palazzinaro Carlo Stellato, sì propro lui, il mitico ed intramontabile, ha fittato cash ad alcuni cinesi. Senza via di fuga, senza sistemi di sicurezza, senza accessi per i disabili: cose che a Rende rappresentano quasi l’ordinaria amministrazione, tenendo conto del fatto che non molti anni fa hanno deviato il corso di un fiume per far realizzare palazzi a Santo Stefano di Rende e un centro commerciale tra Commenda e Quattromiglia.

Per non parlare dell’ormai leggendario salottificio (e divanificio) di piazza Matteotti, e della longa manus di Ariosto anche all’Unical grazie ai buoni uffici di tale Agostino Briguori detto Berlusconi. Ma su queste vicende finalmente è arrivato Gratteri. Con la speranza che adesso si fermino anche tutti gli altri affari “in corso”.Â