A Rende la politica è in pieno caos in attesa di un rimpasto largamente annunciato ma molto difficile da comporre, anche per gente esperta e “millefacce” come il sindaco di Rende.
Marcello Manna, il sindaco ballerino, trasversale e “pentito”, è tirato per la giacchetta da più parti: dal Cinghiale e da NCD tanto per cominciare ma anche da Forza Italia mentre con il PD è lo stesso primo cittadino che cerca l’inciucio, accerchiato com’è…
Ma procediamo con ordine.
Le richieste sono pressanti e svariate. Ad esempio, Pino Munno vorrebbe tornare a fare l’assessore e il suo partito di riferimento ovvero Forza Italia non vorrebbe cedere la delega dei lavori pubblici.
I forzisti ragionano così: prima erano 2 consiglieri (Munno e Blasi) ed il sindaco gli ha affidato la delega ai lavori pubblici. E adesso che sono cresciuti di una unità con l’ingresso in Consiglio di Eugenio Aceto, gli toglie la delega?

In casa Cinghiale, pardon NCD, c’è il dottore Mario Rausa (in arte Arlecchino per tutte le casacche che ha cambiato) che vuole fare l’assessore costi quel che costi.
E qui per seguirci dovete fare un po’ di attenzione perché è un po’ complicato.
NCD, pardon il Cinghiale, non vuole indicare nessun consigliere ad assessore, altrimenti entrerebbe in Consiglio il primo dei non eletti cioé Armando Calvosa, che invece non deve entrare per nessuna ragione al mondo (sarebbe incontrollabile da quella bestiaccia e dai suoi compari).

Poi c’è Iantorno, proposto con forza quale nuovo assessore al bilancio, il quale ha saputo giocare bene le proprie carte ottenendo anche un grande successo personale… E nel borsino dei papabili è uno di quelli messo meglio.
Manna non accetta discussioni sulla fedelissima Marina Pasqua (il niente mischiato col nulla) e sull’intrallazzatissimo professore Pezzi.
NCD, pardon il Cinghiale, vuole il presidente del consiglio ed altri 2 assessorati di peso quali urbanistica e lavori pubblici e, come se non bastasse, vuole anche la totale dismissione di tutti i dirigenti, primo fra tutti Infantino, di cui si dice che ormai vesta i panni del vicesindaco tanto sia vicino a quel “pentito” di Marcello Manna.
Il Cinghiale, pardon NCD, vuole anche la testa del segretario Lizzano.
Certo, con tutti quei consiglieri per Manna è dura mettere condizioni ma Marcellino non demorde mai e, grazie al suo straordinario equilibrismo, proverà ancora una volta ad uscirne fuori. Del resto, se è riuscito a portare 15 pentiti al processo Garden e a non finire sparato o arrestato, vuol dire che deve avere molti santi in paradiso e quindi anche stavolta avrà un asso nella manica da tirare fuori al punto giusto per farlo vedere al Cinghiale.
Infine, una ultimissima: sembra che il sindaco si sia determinato a riavviare l’assegnazione dell’immobile di piazza Matteotti alla società tanto cara ai fratelli Artese…