Rende: Manna prigioniero di se stesso, dei suoi legami e dei suoi “alleati”

Il sindaco di Rende (per quanto tempo ancora?) aveva promesso: “Farò la nuova Giunta in 15 giorni….”.
Dichiarazione solenne, fatta divulgare, per tramite del fido “Bobby” Romanelli, su tutti gli organi di stampa, ovviamente di regime.
Un sindaco bugiardo (ormai in molti lo chiamano “paglietta”), ma non solo.
Un sindaco inutile, una “cosa inutile”.
Sono trascorsi due mesi, ma della nuova Giunta municipale nemmeno l’ombra.

Va bene che qualsiasi Giunta dovesse proporre e varare non servirà a recuperare il tempo perduto, inutilmente, tanto è peggiorata la Città di Rende.
Una città sommersa da spazzatura, poco illuminata, senza acqua, con le scuole chiuse per tanti problemi.
Una cosa inusuale per la città del Campagnano, che avrà toccato il fondo su tante cose, ma non certamente per l’efficienza dei servizi primari.

Manna è prigioniero di se stesso, dei suoi legami, dei suoi alleati.

Il Cinghialotto
Il Cinghialotto

Il “Cinghialotto”, al secolo Gianfranco Ponzio, l’uomo del “Cinghiale”, il bancomat di Gentile, l’uomo della SEATT, vero e proprio ufficio di collocamento privato, per mezzo del quale è stato possibile far ottenere alla Pulicani (moglie di Ponzio) oltre settecento voti di preferenza, lo tiene sulla graticola. Lo ricatta, lo minaccia, lo porta al fallimento.

Sappiamo, infatti, di ricatti veri: “Vogliamo tre assessorati, la presidenza del Consiglio e la rimozione dei dirigenti”. Così si esprimerebbe il “Cinghialotto”, mettendo Manna in un angolo.
E nel mentre questo teatrino mette sul proscenio una commedia lacrimevole, qualcuno fa affari.
Affari veri.
Marcello Manna fa rimpiangere il peggio della tradizione rendese.
E conta i giorni che lo separano dall’uscita di scena.

1 – (continua)