Rende, ma quanto ci costa la “cultura” del quaquaraquà e dei suoi compari?

Pare che ci sia una sorta di assuefazione alle geniali iniziative della giunta Manna. Molti, dei volgarmente definiti politici che lo sostengono, hanno un fulgido futuro quali saltimbanchi. Atteso che il proverbiale “salto della quaglia” non essendo disciplina olimpica non li vedrebbe medagliati.

I soccorritori del sindaco-quaquaraquà, in quanto medici, hanno una responsabilità morale: il giuramento di Ippocrate. Poiché riteniamo non lo abbiano mai letto, ne riportiamo un passo a loro beneficio:

“..la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale…”.

Sotto questo profilo è esilarante la presunta iniziativa culturale di cui riportiamo la locandina a scanso di equivoci. Non si hanno notizie circa l’intervento dei cani addestrati nè di palloncini da gonfiare, ma certamente una idonea terapia potrebbe essere utile alla “tutela della salute fisica e psichica” propugnata da Ippocrate.

Non intervenendo nel merito delle terapie e dei dosaggi, peraltro gestiti da professionisti che supportano il sindaco, essendo organicamente nella maggioranza, ci chiediamo se è pensabile che possa essere coinvolta la cittadinanza in un giorno feriale in uno spettacolo che ricorda Fantozzi nella scena della “corazzata Potemkin”.

Piuttosto i nostri eroi sono andati a visitare i centri della cultura rendese? Invece che affidarsi alle libagioni dell’assessore al ramo, magari con ricchi rimborsi spese …forfettari o a piè di lista?

Ci abbiamo provato noi in un giorno feriale alle 10 anti meridiane:

  1. a) Non c’è una indicazione stradale che porta ai musei rendesi
  2. b) Pare che dietro l’ex Comune ci sia un museo della ceramica Bilotti o qualcosa del genere. Chiuso un citofono rotto, giusto per non essere disturbati, ma pagati.
  3. c) Mostra Rotella Museo Civico. Di Rotella neanche l’ombra, oggetti da rigattieri di sospetta provenienza, certamente di nessuna valenza artistica né culturale. Non un dipinto non un percorso artistico non un elemento riconducibile con certezza al maestro, una bufala (per dirla alla Fantozzi una cagata pazzesca).

Inoltre, l’ accesso alla struttura, ovviamente aperta al pubblico, avviene mediante ripetute scampanellate in un citofono, accolti da un signore sgarbato e visibilmente infastidito per l’ interruzione della sua telefonata al cellulare. Vergognoso, ma costoso, atteso che l’impiegato percepisce lo stipendio e forse lo straordinario, comunque il recupero pomeridiano.

  1. d) Museo civico, accesso indisturbato, personale assente, di guida non se ne parla, due persone che spiegando la loro precarietà giustificavano la loro presenza fisica, con le buste per la spesa in bella vista. Ripetevano che le opere erano inizialmente nelle chiese rendesi e qualche altro aneddoto di scarso contenuto. I malcapitati sono stati omaggiati con una (di numero) cartolina da condividere nel gruppo.

Quanto costa tutto il “gioco” palesemente inadeguato?

Per caso non ci sono i presupposti per una qualche forma di gestione pubblico-privato?

Magari una fondazioncina con i soldini della Regionina e magari convenzionata con un agriturismino di qualcuno che di cinema ci campa e di quadri impara? Dove la gestione della fondazioncina è affidata ai rampolli di famiglia? Per la verità una rampolla si è già esercitata a Roma sponsorizzata dal Bilotti per ingraziarsi la madama mammina, la seconda potrebbe esserle organica visto che il genitore influenza le locations presunte culturali e che se assolto passerebbe all’incasso.

Tremonti, l’ex Ministro, diceva che con la cultura non si mangia, forse vale per lui ma a Rende non è come pensa.