Era il pomeriggio del 29 maggio 2004, esattamente ventuno anni fa. Nel corso dell’inaugurazione della bellissima Cattedrale San Carlo Borromeo a Rende, un ex bancario in pensione – Sergio Staino – si avvicina al sindaco Sandro Principe e dopo avergli stretto la mano gli spara in pieno volto. Principe si accascia a terra, ma è ancora vivo, viene ricoverato all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza per poi essere trasferito per la riabilitazione al Careggi di Firenze. Resterà in Toscana sette mesi e altri cinque li passerà in convalescenza, prima di una riabilitazione sine die. “Non mi posso mai fermare”, confida spesso Principe ai suoi amici. Il fisico è segnato, ma “un attentato segna inevitabilmente anche il profilo morale”.
Sono trascorsi 21 anni da quel giorno, quando una pistola e un proiettile hanno cambiato per sempre la sua vita.
In una lunga intervista concessa qualche tempo fa al Corriere della Calabria, Sandro Principe non ha nascosto la sua commozione quando ha riportato indietro la mente a quel tragico episodio e quando si sofferma sull’ennesimo “colpo al cuore” che il destino gli ha riservato, la morte della giovane figlia Rosa Maria. “Sono trascorsi vent’anni è vero. Se dico di non essere fortunato mi comprenderete. Non sono stato fortunato. Nella vita ho fatto il mio dovere, mi sono impegnato, ho dato tutto me stesso e ho trovato sempre ostacoli insormontabili. In quella vicenda, il Padre Eterno mi ha aiutato. Ma mi ha tolto un pezzo di cuore”.
Dopo l’attentato, era riuscito a tornare alla vita di sempre: era stato rieletto sindaco di Rende quasi per acclamazione, poi è stato anche assessore regionale alla Cultura nella Giunta Loiero, ha persino subito l’onta dell’arresto nel 2016 (è stato poi assolto perché il fatto non sussiste) e nel 2019 aveva tentato di ricandidarsi a sindaco di Rende sfidando Manna al ballottaggio. Ma colui che credeva essere un suo vecchio amico l’ha tradito trasmettendo in maniera squallida un fuorionda “sanguinoso” che in pratica ha determinato la sua sconfitta.
Sergio Staino, l’attentatore, è morto una decina di anni fa. Marcello Manna non è più sindaco di Rende: ha portato il Comune di Rende allo scioglimento per infiltrazioni mafiose e ha terminato ingloriosamente la sua “carriera”. Il traditore del 2019 invece – che non merita nemmeno di essere nominato – è sempre al suo posto in quella “mezza” televisione privata al soldo dei peggiori politici calabresi e che servì a Manna per vincere con l’inganno. La storia non si cancella. Mai. E presenta sempre il conto. A tutti. Infatti oggi Sandro Principe ha 75 anni ed è stato appena rieletto sindaco di Rende a furor di popolo dopo 20 anni: si appassiona sempre di più alla politica ed è atteso ad una missione importante: quella di rilanciare Rende a città guida dell’area urbana dopo avere sventato un altro attentato ovvero quello della malapolitica unita che avrebbe voluto “eliminare” Rende sacrificandola sull’altare dei debiti della famiglia Occhiuto che hanno fatto andare in fallimento anche la Città di Cosenza.
Di quell’attentato di ventuno anni fa restano due libri. Il primo è “Attentato a Sandro Principe” scritto da Ciccio Dinapoli, che è stato sempre suo amico. Il secondo, più recente, è “Tre colpi al cuore”, con la prefazione di Claudio Signorile, della quale pubblichiamo uno stralcio.
Una vita difficile al servizio delle Istituzioni
di Claudio Signorile
Nell’azione politica di Sandro Principe, nel corso di sette lustri di impegno nelle istituzioni, si colgono delle costanti, delle idee forti che sempre affiorano nello svolgimento dei vari ruoli ricoperti, nell’azione dell’uomo di governo, dell’amministratore regionale e del sindaco, in aggiunta alle tematiche relative alla programmazione territoriale, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, sempre presenti nelle visioni e nelle azioni concrete di Sandro.
In primo luogo, la forte determinazione a svolgere azioni per rafforzare la giustizia sociale a favore dei più deboli. Questo ideale si rintraccia nell’impegno del sottosegretario che risolve tante vertenze di lavoro, che favorisce provvedimenti per ottenere sgravi fiscali e contributivi per le imprese del Mezzogiorno al fine di renderle competitive aumentando anche gli organici, che sperimenta per primo in Europa istituti come i contratti di solidarietà, grazie ai quali durante le crisi tanti dipendenti non hanno perso il posto di lavoro. Ed ancora, nel lavoro dell’assessore regionale alla Istruzione, all’Università, alla Ricerca e all’Innovazione tecnologica che si impegna per potenziare la formazione dei giovani calabresi e che si batte affinché il mondo della ricerca e dell’impresa camminino a braccetto, per rendere le aziende, attraverso l’innovazione di processo e di prodotto, più competitive e, quindi, capaci di creare nuovi posti di lavoro. E che, a tal fine, si rende promotore della realizzazione di due distretti tecnologici, della logistica e della trasformazione a Gioia Tauro, dei beni culturali a Crotone.
Quest’impegno per il mondo del lavoro e per i giovani, per la formazione e per la ricerca si ritrova nell’azione del Sindaco che costruisce decine e decine di istituti scolastici, che lavora perché le aziende del territorio utilizzino la ricerca prodotta dall’Unical, e che progetta la realizzazione di una moderna area industriale che, nel tempo, diventerà la più grande della Calabria con più di 400 aziende.
Altra costante nell’azione di Principe, è rappresentata dal suo impegno per la cultura, per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali..










