Riace, la doppia morale del Pd

Prima gli creano un sacco di problemi mettendolo sotto accusa per frode e corruzione, commissionando ispezioni farlocche a personaggi ambigui con notevoli conflitti di interesse, e poi, dopo le parole di Salvini, di colpo, Mimmo Lucano, sindaco di Riace, diventa, per il Pd, un modello da imitare.

È cosa risaputa che parte del Pd calabrese ha sempre visto Lucano come un concorrente da eliminare. In particolare Minniti, coadiuvato localmente da Manoccio, che da ministro dell’ Interno si è trovato a dover discutere di altri “modelli di accoglienza” diversi da quelli di Riace, per accontentare la pancia degli elettori. Ma con un esempio come Riace a fargli da paragone, sarebbe stato difficile far passare “altre soluzioni” per i migranti. Dentro questa logica Lucano è sempre stato un ostacolo e un riferimento da abbattere per avere mano libera nella gestione dell’affare d’oro dell’accoglienza (senza paragoni virtuosi), utilizzando come sempre pubblici funzionari asserviti al loro potere, come la procura di Locri, per abbattere l’avversario. Una mossa tipica dello spione rasato. Fino a ieri, per il PD, si poteva dire di tutto su Lucano, l’importante era screditarlo al fine di togliergli i progetti per dirottarli sulle loro “Holding” (e questo Mimmo lo sa bene), oggi, invece, bisogna indignarsi per la stortura di un arresto di cui loro sono i principali responsabili.

P.S. la fiction su Riace è stata sospesa per ordine del Pd che in Rai se la comanda ancora alla grande.